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Rf: Bns, un colpo di spugna sulle responsabilità del dissesto bancario

23 lug 2020
Rf: Bns, un colpo di spugna sulle responsabilità del dissesto bancario

Il Governo continua, un passo dopo l’altro, a rendere sempre più palesi gli unici motivi per cui è nato: risolvere problematiche giudiziarie dei propri protetti e dei propri sodali! Non bastava a rendersene conto la vicenda giustizia, con i continui attacchi ai magistrati ritenuti incapaci di tutelare i clienti di qualche potente avvocato della maggioranza o non manipolabili dal potere politico, con le decisioni volte a sollevare dal ruolo giudici che hanno legittimamente vinto dei concorsi o che hanno ricevuto regolari nomine, arrivando per fare questo a creare norme retroattive contro ogni principio giuridico conosciuto e rischiando di far fare una figuraccia al Paese a livello italiano e internazionale. Ieri ne abbiamo avuto un’altra prova. Il Governo ha infatti proposto (e la maggioranza ha votato) un comma in un articolo del Decreto sulla nuova mission di Banca Nazionale Sammarinese che prevede che le azioni di responsabilità contro i protagonisti (a vari livelli) della mala gestio della ex Banca Cis siano cancellabili con delle “transazioni” monetarie. In pratica una sanatoria, un colpo di spugna, sulle responsabilità del dissesto bancario. Una volta che vari attori, nella passata legislatura, hanno fattola scelta di mettere quel dissesto sulle spalle della collettività, l’accertamento delle responsabilità ed il loro perseguimento diventava assolutamente fondamentale e centrale anche e soprattutto nei confronti della cittadinanza, per cercare di recuperare risorse economiche così necessarie in questo momento di crisi. Non a caso, le norme emanate sul finire della passata legislatura per far fronte alla chiusura della ex Banca Cis avevano previsto il divieto assoluto di rinuncia alle azioni di responsabilità anche a seguito della cessazione della procedura di risoluzione. Cosa fa invece il Governo? Pensa bene di aggiungere una frasettina, e cioè che “tale divieto non si applica alle transazioni, anche parziali, delle medesime azioni di responsabilità”. Sembra poco ma è tantissimo. In sostanza, con pochi spiccioli (non a caso sono state inserite le parole “anche parziali”) qualcuno, magari con dei santi in paradiso o con i giusti collegamenti con l’attuale maggioranza, potrà vedersi cessate le azioni di responsabilità a suo carico, mentre altri dovranno affrontare giudizi e cause civili. Un colpo di spugna in piena regola, anche perché non è previsto alcun criterio di valutazione per consentire di evitare comportamenti dettati da elevata discrezionalità e favoritismo. Inutile ricordare quanto parti della maggioranza e del Governo sappiano fare pressioni sui vari enti che devono decidere su queste tematiche così sensibili per proteggere persone a loro vicine, come dimostra la vicenda della rinuncia da parte del neonominato Cda di Carisp alle azioni contro Emanuele Santi e Roberto Ciavatta. È l’ennesimo scandalo di questa compagine governativa che in soli 7 mesi di Governo ci ha fatto ritornare di colpo ai tempi dei famigerati anni in cui bastava avere il giusto collegamento politico e tutto finiva in cavalleria. Il tutto mentre continua a non fare nulla per i veri problemi del Paese, a partire dall’emergenza economica e occupazionale che a breve si aprirà.


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