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Scuola Secondaria Superiore: Diplomi 2016

12 lug 2016
Scuola Secondaria Superiore: Diplomi 2016
La nostra scuola è il presidio, anzi il pilastro, intorno al quale cresce la nostra società.Senza questa scuola, in un periodo particolarmente difficile pari a quello che stiamo vivendo, la società vacillerebbe e lo Stato sarebbe in pericolo.Dicendo questo non esagero. Quando un modello organizzativo è in crisi il mondo si divide in due parti: la prima, purtroppo quella di solito più numerosa, dimentica presto di essere responsabile al pari di tutti gli altri e inizia a lamentarsi e a parlare facendo leva sull’egoismo, l’altra parte invece si mette al lavoro, magari assumendosi le responsabilità anche di coloro che fanno finta di non averne, e cerca di individuare i problemi e trovare le soluzioni.
Cosa ha consentito nel corso dei magnifici anni della civiltà greca di metabolizzare la crisi e vincere le sfide anche con nemici potenti? La scuola, la democrazia, il teatro, che hanno creato cittadini liberi in grado di confrontarsi con eserciti più numerosi, ma fatti di schiavi. Cosa ha evitato per lungo tempo che il mondo romano collassasse sulla spinta delle follie di imperatori megalomani? La capacità delle correnti filosofiche e delle loro scuole di generare presidi efficaci che magari non sono riusciti a contrastare la decadenza, ma per lo meno hanno generato il substrato di conoscenze capace di salvaguardare la memoria.
La crisi socio culturale della nostra realtà è meno evidente in termini di grandezza e gravità degli eventi, ma molto simile in termini di trasformazione della cultura del lavoro, dei rapporti sociali e, lasciatemelo dire, anche delle dinamiche della politica. In questo contesto la scuola è un pilastro sul quale si fonda non solo la dimensione del processo ragionato, ma anche quella delle ipotesi del futuro.
Gran parte di questa funzione la scuola la svolge quotidianamente coinvolgendo gli studenti, gli insegnanti, le famiglie in attività che coinvolgono il territorio, con gli approfondimenti e la ricerca, partecipando al fianco delle istituzioni nella diffusione delle conoscenze e delle responsabilità.
Come non segnalare gli eventi culturali proposti dalla scuola, il teatro che parla alle coscienze come accadeva nello Polis ricordata da Zagrebelsky il 25 marzo scorso a Palazzo, gli interventi sulla cultura della legalità che quest’anno hanno avuto il coraggio di confrontarsi con Enzo Ciconte un censore di San Marino, per dirgli che San Marino è cambiata e lui lo ha capito perfettamente.
Per i cittadini sentire questa presenza è fondamentale, sapere che esiste un luogo dell’elaborazione, un luogo dove maturano i pensieri, svincolato dalla stretta necessità di essere inseriti nel mondo della produzione, è fondamentale.
Tutti sanno infatti che giungerà un tempo in cui con quella realtà sarà necessario confrontarsi ed allora sarà più difficile far passare scelte fatte con la pancia e non con il cervello, fatte con la paura e non con la coscienza. Tutti sanno, anche se non sono insegnanti o genitori degli studenti di oggi, che dentro la scuola si sta potenziando un pilastro naturale che vince sull’indifferenza e sconfigge l’ignoranza e quindi a nessuno sarà consentito essere indifferente e tanto meno ignorante.
E quando, come accade oggi in questo teatro, una parte di questo pilastro giunge a maturazione significa che un altro anello della catena che assicura la convivenza civile e basa l’organizzazione sociale sulla
civiltà dei rapporti, è stato aggiunto rafforzando il presidio.
Ecco noi oggi siamo qui a ricordare che un altro elemento che assicura la nostra libertà, la nostra identità, la nostra democrazia, si aggiunge a quelli degli anni passati e apre la strada a quelli degli anni futuri. Il pilastro siete voi ragazzi che oggi vi godete il momento di pausa per aver raggiunto un’importante meta, ma che già da domani sarete impegnati ad impostare la prossima sfida questa volta con un orientamento ancora più spiccato verso le future professioni, che non è solo questione privata, ma riguarda direttamente la sfera pubblica e, lasciatemelo di nuovo dire, politica.
Non sono indifferenti per il nostro Paese le scelte universitarie che vi accingete a fare, non è indifferente il modo in cui vi metterete a disposizione della vostra comunità. Che dire? Oggi San Marino per riuscire a vincere le sfide della trasparenza e della competizione di qualità, per
aprirsi all’Europa e continuare ad essere Terra di ospitalità, ha bisogno fondamentalmente di due cose: conoscenze e competenze. Proprio le due grandi aree di produzione del sapere su cui avete lavorato in questi 5 anni nella scuola secondaria superiore, ma anche per tre anni nella scuola media inferiore, per altri 5 in quella elementare, per altri tre nell’infanzia e, i più fortunati, per un altro periodo nel nido. San Marino avrà mille difetti, ma un grande pregio, quello di avere un’istruzione 0?18, interdipendente che proprio in questo periodo sta lavorando sui curricoli verticali affinché non esistano più barriere fra gli ordini scolastici, ma le modalità formative basate sulla sperimentazione, l’apprendimento stimolato dal desiderio di conoscenza, riescano a permeare tutta la scuola rendendo felice chi deve lavorarci, discenti e docenti, personale non docente e dirigenti. Proprio su questo, esaminando i nuovi curricoli formativi, si sta interrogando la scuola da circa una anno a questa parte e continuerà a farlo anche per il prossimo anno scolastico, con insegnanti di ogni ordine e grado che lavorano insieme e si scambiano esperienze, punti di vista, modi operativi per affrontare con decisione le scelte che caratterizzeranno la scuola del futuro. Sono convinto che questo processo di trasformazione che ha intrapreso la scuola contribuirà ulteriormente a rendere più forte il presidio e a dare risposte ad una società incerta, come quella sammarinese, che ha abbandonato un modello di crescita della ricchezza che ha debilitato le forze e l’animo dei più, puntando invece tutte le sue energie su un modello vero di sviluppo in cui sono le persone e le loro capacità ad esprimere il vero e naturale grado di ricchezza. Capacità fatte di conoscenze e competenze, acquisite con lo studio e l’apprendimento nelle sfere umanistiche e scientifiche, insieme, non potendo vivere le une senza le altre. In questo sta il senso della nostra scuola. Il Segretario di Stato Istruzione e Cultura

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