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Il Segretario Arzilli risponde ai comunicati di Renato Celli e di Repubblica Futura

20 ott 2016
Marco Arzilli
Marco Arzilli
"Nel giro di due giorni due comunicati stampa che mi chiamano direttamente in causa mi fanno presagire sia solo l'inizio di una campagna a suon di personalismi. Il primo comunicato parla di una mia presunta contrarietà al piano di rilancio relativo ad attività nel centro commerciale Azzurro, il secondo è un minestrone di inesattezze, approssimazioni e vere e proprie falsità sul Parco Scientifico Tecnologico. Ebbene non voglio tediare alcuno con chilometriche repliche, perché credo che i botta e risposta di questo tenore siano qualcosa di quantomai stantio e superato. Mi è d'obbligo però mettere, quantomeno, qualche puntino sulle i. E lo farò in maniera diretta e senza mezzi termini, che credo sia l'unico modo sensato di comunicare.
Al signor Renato Celli rispondo così: raccontiamo come sono andate veramente le cose. Il signor Celli, gravato da forti posizioni debitorie nei confronti delle banche e dello Stato, ha presentato alle banche una richiesta di prestito per la somma di 10 milioni di euro per comprare la quasi totalità del centro commerciale Azzurro. E lo ha fatto minacciando di chiudere le sue attività e di mandare a casa 40 dipendenti in caso di rifiuto. Ma a questa richiesta, visti appunto i debiti accumulati, le banche non potevano dare una risposta positiva. Nulla poteva dunque il governo di fronte a tale situazione e non si capisce perché il signor Celli, invece di prendersi le proprie responsabilità, voglia gettare addosso a me accuse di una gravità tale che non possono passare sotto silenzio. Perciò ho già dato mandato ai miei avvocati di adire le vie legali.
A Repubblica futura rispondo così: finalmente Alleanza Popolare si sente libera di sputare tutto il proprio fastidio nei confronti del Parco Scientifico e Tecnologico, fastidio malcelato nel corso della passata legislatura. Alle falsità contenute nel comunicato rispondono i numeri: più di 30 imprese e oltre 70 dipendenti in poco più di due anni. Sono i dati dell'incubatore d'impresa, che è solo una parte del progetto complessivo del PST, certo. Ma questo i sammarinesi già lo sanno, perché hanno sempre partecipato alle numerose serate pubbliche e agli open day organizzati dall'incubatore per spiegare e fare toccare con mano il progetto. Appuntamenti ai quali, guarda caso, non si è mai presentato alcun esponente di Upr e Ap, i due partiti che compongono Repubblica futura e che rifiutano di partecipare anche al Comitato di indirizzo strategico del Pst, nato proprio per ricercare la massima condivisione con tutte le forze politiche.
Sarà per questo che ancora non hanno capito di cosa stiamo parlando. Li ringrazio comunque di concedere il beneficio del dubbio che si tratti di "un’idea interessante". Ebbene cercherò di spiegare per l'ennesima volta alcuni concetti di base: parliamo del primo progetto che vi vede collaborare con l'Italia dopo anni di rapporti congelati; stiamo parlando di un settore su cui stanno puntando tutti i paesi che si sono trovati a fronteggiare una crisi; stiamo parlando di una realtà che suscita l'interesse di tutti i nostri interlocutori internazionali e che rappresenta un vero e proprio biglietto da visita per il nostro paese. Stiamo parlando di questo e di molto, molto altro. Ma molto meglio di me lo possono raccontare e spiegare le imprese che si sono insediate e quotidianamente lavorano, creando collaborazioni con altre imprese e creando altro indotto. Per questo vorrei invitare personalmente i rappresentanti di Upr e Ap a visitare l'incubatore d'impresa e conoscere le start up che ci lavorano".

Marco Arzilli Segretario di Stato all'Industria

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