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SmaC borsellino elettronico: intervengono Osla, Usc e Usot

18 ott 2015
SmaC borsellino elettronico: intervengono Osla, Usc e Usot
SmaC borsellino elettronico: intervengono Osla, Usc e Usot
Dal 15 ottobre la Smac Card è diventata anche borsellino elettronico. Qualcuno lo ha annunciato con toni trionfalistici. Certo, qualora il consumatore dotato di Smac Card paghi il prezzo dell’acquisto o del servizio all’operatore economico dotato di POS con funzione di borsellino, viene meno il doppio passaggio che si avrebbe se il consumatore avesse pagato con denaro contante, carta di credito o qualsiasi altro strumento di pagamento. E questo è un bene, perché, in questo specifico caso, si attenua una difficoltà operativa, nel senso che si riducono i tempi dell’operazione di transazione. Il borsellino elettronico senza commissioni è stata una nostra richiesta anche per tutelare i tanti operatori fuoriusciti o che vorrebbero uscire dal circuito sconti a causa della trasformazione della Smac in certificatore delle spese deducibili che ha reso gli sconti insostenibili per molte attività.
Quello che però non è un bene e svilisce ciò che lo era, è quanto non viene spiegato con la dovuta attenzione e solerzia. Lo spieghiamo noi.
A parte che trasformare il POS fiscale in borsellino elettronico è l’ennesimo costo solo a carico dell’operatore economico (25,00 euro) e chi è sprovvisto di POS fiscale ed ha ad oggi utilizzato solo il sito internet, se richiederà il POS per il servizio di borsellino elettronico, andrà a spendere ancora di più (45,00 euro), ciò che scandalizza è che per ogni transazione sulla Smac-borsellino elettronico, sarà applicato un costo a carico dell’operatore economico che andrà ad erodere il suo margine di guadagno e finirà nelle casse degli istituti di credito. Infatti per quest’anno non sono previsti costi per le transazioni, ma, testuali parole scritte e comunicate dalla Segreteria di Stato Finanze e Bilancio, “entro il 2016 si provvederà a definire l’entità della commissione d’incasso a carico dell’operatore economico con decorrenza 2017, in riferimento alle commissioni dei pagamenti bancomat”. Quindi dal 2017 ogni transazione avrà un costo a carico dell’operatore economico. Così, l’operatore che non vorrà aumentare i prezzi dei suoi prodotti o dei suoi servizi vedrà ridursi il proprio margine di guadagno e l’operatore che invece non riuscirà a diminuire il suo margine, pena la propria sopravvivenza, aumenterà il costo finale del prodotto o del servizio, con la conseguenza che lo stesso consumatore pagherà di più ed i consumi interni poi continueranno a deprimersi. Questo avverrà anche per le piccole cifre, quando invece in Italia, proprio in questi giorni, addirittura il Governo Renzi torna ad incentivare l’uso del denaro contante per incentivare i consumi, permettendo transazioni in denaro contante fino a 3.000,00 euro, quando oggi erano possibili solo fino a 1.000,00 euro (la transazione con denaro contante non prevede commissioni agli istituti di credito!). A San Marino si vuole che gli operatori economici siano costretti a pagare dei costi anche sulla vendita di ogni singolo caffè, senza pensare alle conseguenze per tutto il comparto economico, compresi i consumatori.
Perché questi costi non se li assume lo Stato? Ovvio, perché sono elevati e quindi secondo chi ci governa è giusto spalmarli sugli operatori economici, senza pensare a tutte le conseguenze deleterie per il sistema economico.
Sorge spontanea la domanda: a chi serve la Smac Card? Agli operatori? Ai consumatori? Oppure serve alle banche e a tutti coloro che hanno rapporti di vantaggio con esse?
Un borsellino elettronico economicamente oneroso e la già avvenuta trasformazione della Smac sconti in Smac fiscale causeranno verosimilmente una totale disaffezione e una fuoriuscita di massa dal sistema Smac da febbraio 2016 (termine dopo il quale sarà nuovamente possibile per gli operatori uscire dal circuito sconti) decretando il fallimento di un’idea innovativa, nata bene, ma devastata da successive scelte purtroppo sbagliate.
La Smac continua ad essere un lupo travestito da agnello.

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