“Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”. Anna Frank
Il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata Rossa abbattevano i cancelli di Auschwitz e
liberavano i prigionieri sopravvissuti allo sterminio del campo nazista. Le truppe liberatrici, entrando nel campo di Auschwitz-Birkenau, scoprirono e svelarono al mondo intero il più atroce orrore della storia dell'umanità: la Shoah. Dalla fine degli anni ’30 al 1945 in Europa furono deportati e uccisi circa sei milioni di ebrei.
Con una legge del 20 luglio 2000, la Repubblica italiana ha istituito il “Giorno della Memoria” e nel primo articolo riconosce il 27 gennaio come data simbolica per "ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati".
Primo Levi, deportato e sopravvissuto al lager di Auschwitz, ha scritto che ogni qualvolta si pensa che uno straniero o un diverso da noi è un Nemico, si pongono le premesse di una catena al cui termine c'è il Lager, il campo di sterminio.
E ricordare è importante, un popolo che non ha memoria, rischia di rivivere le tragedie e le pagine peggiori della sua storia.
Ma noi di Sinistra Socialista Democratica crediamo che non sia solo chi non ricorda il passato a essere condannato a ripetere gli stessi errori, bensì anche chi non lo comprende, o lo rimuove per esigenze di vario tipo, specialmente politiche.
La persecuzione razziale verso gli ebrei, gli zingari, i testimoni di Geova, i diversi dal 1933 al 27 gennaio 1945 è stato uno degli eventi più feroci della moderna storia dell’uomo. La crudeltà disumana ha progettato, praticato e documentato con teutonico rigore lo sterminio scientifico del popolo ebraico. Ricordare per non dimenticare, ricordare per saper riconoscere i segnali premonitori della bestia umana che si risveglia, ricordare per opporsi con forza al negazionismo, alla sopraffazione dei Diritti Umani, alla violenza, ricordare che siamo umani e
non bestie!
Ricordarsi dei crimini nazifascisti un giorno e poi dimenticarsene per altri 364 non rende giustizia ai valori dell’antifascismo, serve solo a pulire la coscienza.
Noi tutti dobbiamo prenderci in carico il ricordo tremendo di quanto è accaduto: è grande la responsabilità di scegliere di non dimenticare, è una presa di coscienza e di volontà nei confronti del futuro, affinché simili eventi non possano mai più accadere.
Non diventi, perciò, la data del 27 gennaio una ripetizione obbligata, ma un'occasione per trasmettere il passato alle nuove generazioni, un passato dotato di un profondo significato che deve essere compreso e contestualizzato, evitando qualsivoglia politicizzazione.
Nel museo Yad Vasheme di Gerusalemme si ricordano i Giusti, non ebrei che hanno salvato la vita a ebrei durante la Shoah. Anche a San Marino ci sono state persone che hanno salvato profughi ebrei durante la seconda guerra mondiale e difeso la loro dignità rifiutando di piegarsi ai totalitarismi e alle discriminazioni tra esseri umani.
Un Giardino dei giusti a San Marino sarebbe un’ottima opportunità per non dimenticare.
Il 27 gennaio 1945 i soldati dell’Armata Rossa abbattevano i cancelli di Auschwitz e
liberavano i prigionieri sopravvissuti allo sterminio del campo nazista. Le truppe liberatrici, entrando nel campo di Auschwitz-Birkenau, scoprirono e svelarono al mondo intero il più atroce orrore della storia dell'umanità: la Shoah. Dalla fine degli anni ’30 al 1945 in Europa furono deportati e uccisi circa sei milioni di ebrei.
Con una legge del 20 luglio 2000, la Repubblica italiana ha istituito il “Giorno della Memoria” e nel primo articolo riconosce il 27 gennaio come data simbolica per "ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati".
Primo Levi, deportato e sopravvissuto al lager di Auschwitz, ha scritto che ogni qualvolta si pensa che uno straniero o un diverso da noi è un Nemico, si pongono le premesse di una catena al cui termine c'è il Lager, il campo di sterminio.
E ricordare è importante, un popolo che non ha memoria, rischia di rivivere le tragedie e le pagine peggiori della sua storia.
Ma noi di Sinistra Socialista Democratica crediamo che non sia solo chi non ricorda il passato a essere condannato a ripetere gli stessi errori, bensì anche chi non lo comprende, o lo rimuove per esigenze di vario tipo, specialmente politiche.
La persecuzione razziale verso gli ebrei, gli zingari, i testimoni di Geova, i diversi dal 1933 al 27 gennaio 1945 è stato uno degli eventi più feroci della moderna storia dell’uomo. La crudeltà disumana ha progettato, praticato e documentato con teutonico rigore lo sterminio scientifico del popolo ebraico. Ricordare per non dimenticare, ricordare per saper riconoscere i segnali premonitori della bestia umana che si risveglia, ricordare per opporsi con forza al negazionismo, alla sopraffazione dei Diritti Umani, alla violenza, ricordare che siamo umani e
non bestie!
Ricordarsi dei crimini nazifascisti un giorno e poi dimenticarsene per altri 364 non rende giustizia ai valori dell’antifascismo, serve solo a pulire la coscienza.
Noi tutti dobbiamo prenderci in carico il ricordo tremendo di quanto è accaduto: è grande la responsabilità di scegliere di non dimenticare, è una presa di coscienza e di volontà nei confronti del futuro, affinché simili eventi non possano mai più accadere.
Non diventi, perciò, la data del 27 gennaio una ripetizione obbligata, ma un'occasione per trasmettere il passato alle nuove generazioni, un passato dotato di un profondo significato che deve essere compreso e contestualizzato, evitando qualsivoglia politicizzazione.
Nel museo Yad Vasheme di Gerusalemme si ricordano i Giusti, non ebrei che hanno salvato la vita a ebrei durante la Shoah. Anche a San Marino ci sono state persone che hanno salvato profughi ebrei durante la seconda guerra mondiale e difeso la loro dignità rifiutando di piegarsi ai totalitarismi e alle discriminazioni tra esseri umani.
Un Giardino dei giusti a San Marino sarebbe un’ottima opportunità per non dimenticare.
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