Logo San Marino RTV

Tito Masi: il monito del processo Mazzini

7 lug 2017
Tito Masi: il monito del processo Mazzini
Il processo Mazzini ha costituito un elemento di svolta nella vita della Repubblica, ha rappresentato un’ottima prova della giustizia sammarinese e le sue conclusioni, anche se sono state accolte dall’ incredibile e preoccupante silenzio di molte forze politiche e sociali, hanno indubbiamente un grande valore, per aver fatto emergere un sistema corruttivo ampio e ramificato che, mentre ha arricchito alcuni, ha profondamente danneggiato il nostro Paese e compromesso la sua reputazione, per aver dimostrato che la responsabilità di tale sistema non è attribuibile a singole mele marce ma a interi gruppi dirigenti di partito, e soprattutto quello della Democrazia Cristiana, che si sono costituiti in associazioni a delinquere per perseguire gli interessi personali ed illeciti dei suoi membri, tradendo i valori ai quali sostenevano di riferirsi e il mandato ricevuto dagli elettori.
Per questa meritoria opera di chiarezza e giustizia dobbiamo ringraziare, e io scrivo queste righe a tale scopo, il giudice Gilberto Felici, gli inquirenti Alberto Buriani, Simon Luca Morsiani e Antonella Volpinari, gli uomini dei vari corpi di polizia che hanno condotto le indagini e tutti coloro che in diversi ruoli hanno collaborato e reso possibile questo risultato.
Dispiace solo constatare come si sia giunti alla verità con molti anni di ritardo rispetto alle circonstanziate denunce politiche avanzate, nell’aula consiliare e nel Paese, da Alleanza Popolare, di cui ho fatto parte e che recentemente ha terminato la propria vita, e da pochi altri. I ripetuti e continui scandali che hanno investito i Governi DC-Partito Socialista a partire dagli anni novanta altro non erano se non episodi di corruzione, frutto di scelte che non corrispondevano certamente all’interesse del Paese, come quella, ad esempio, dell’acquisto a prezzi sproporzionati e della successiva vendita a privati (salvo poi riacquistarlo in buona parte) dell’immobile ora sede del Centro Uffici o quella, ancora più grave, di incrementare a dismisura il numero delle banche nell’ambito di una logica spartitoria, una a me e una a te, con relativa e consistente “mazzetta”, senza verificare, nella maggior parte dei casi, i requisiti patrimoniali, professionali e di serietà dei beneficiari.
Sarebbe stato sufficiente approfondire, anziché archiviare, gli esposti - ampiamente documentati - presentati in Tribunale fin dal 1993 e poi nel 1998 e negli anni successivi sulla compravendita dei voti, con gli inevitabili e conseguenti sospetti sulla provenienza illecita del denaro utilizzato per pagare i viaggi, i soggiorni e le gite elettorali di migliaia di cittadini provenienti dall’estero. In tal modo è stato compromesso il libero esercizio del diritto di voto e sono stati alterati i risultati elettorali, consentendo ad alcuni di mantenere illegittimamente posizioni di potere e di governo a scapito di chi, inutilmente, continuava a sollevare la questione morale e a chiedere chiarezza e giustizia.
Con il processo “storico” appena concluso e con quello sullo stesso filone che, immagino, inizierà a breve, potremo finalmente dire di avere voltato pagina.
Oggi altri gravi problemi incombono e sollecitano la nostra attenzione e l’impegno dell’intera classe politica, che deve dimostrare competenza, equilibrio e lungimiranza, disponibilità vera al confronto nella ricerca delle soluzioni più adeguate e condivise – caratteristiche che non sempre riscontriamo - ma che non può dimenticare, grazie anche al monito che il processo Mazzini rappresenta, che la politica è e deve essere inscindibilmente legata all’onestà e più in generale a forti valori morali e al perseguimento esclusivo degli interessi dell’intera comunità.

comunicato stampa
Tito Masi

Riproduzione riservata ©