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Gli ultimi dati provenienti dal Bollettino periodico dell’Ufficio Statistica sono più eloquenti di mille parole, in merito alla tanto sbandierata ripresa economica.

12 mag 2016
Civico10
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La disoccupazione, nonostante siano ormai passati otto lunghissimi anni dall’inizio della crisi, non accenna a smettere di crescere. Per maggiore correttezza sarebbe bene fare confronti non mese su mese, ma media annua su media annua, ma con i dati a nostra disposizione si può notare come nell’ultimo anno le persone senza lavoro sono aumentate di 66 unità. Questo nonostante logica economica vorrebbe che dopo una flessione così importante e così prolungata dell’economia, prima o poi la situazione tenda perlomeno a stabilizzarsi.

Certamente la Legge sullo Sviluppo inizia a produrre effetti, nel senso che il numero di imprese presenti in territorio è aumentato di più di 100 unità. Più che normale, verrebbe da dire, considerata la mole di sgravi e assunzioni low-cost concessi dalla normativa vigente. Per fortuna di alcune imprese poi, in particolare quelle che esportano, l’allentamento della morsa della crisi all’estero ha fatto ripartire un po’ l’attività, tanto che il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni si sarebbe ridotto di quasi il 12%.

Il turismo dimostra, se mai ce ne fosse ancora il bisogno, di avere tutte le caratteristiche per essere il settore trainante della nostra economia, facendo segnare – complice certamente anche il tempo clemente riscontrato durante le manifestazioni invernali e la Pasqua molto anticipata – un aumento in doppia cifra.

Ma in mezzo a questi spiragli di sereno, rimane ancora evidente il segno rosso dell’aumento del numero di disoccupati, a fronte di un Governo impegnato ormai da mesi, pare, su un unico fronte “occupazionale”: il tentativo di portare a casa l’investimento del Polo della Moda, con i suoi promessi numeri di occupati quanto mai ballerini.

600 occupati entro l’anno nuovo! Si diceva a fine 2014. 400 occupati a breve! Si è detto qualche mese dopo. 200 occupati, non si sa se italiani o sammarinesi, si dice nella convenzione. Poi di nuovo 400, poi 300, addirittura 1000 è stato detto di recente, complice l’enfasi da campagna referendaria.

Intanto, mentre tutte le energie vengono riversate sulla Scheda Gialla, altri 66 lavoratori sono rimasti a casa. Esattamente 1/3 degli occupati previsti dalla convenzione firmata fra Governo e investitori del Polo della Moda.

Allora va bene tutto, va bene la partita politica all’ultimo sangue, che si sta giocando, vanno bene le strategie elettorali, ma invitiamo il Governo a guardare oltre al 15 maggio e a smettere di temporeggiare su argomenti chiave per il rilancio dell’economia come la riforma del lavoro, o su temi fondamentali per la tutela del nostro welfare come l’ISEE, o la riforma delle pensioni.

Il Paese ha bisogno di un Governo che governi, non che studi strategie elettorali in vista delle prossime elezioni.


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