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UNAS contraria alla proposta dei sindacati: "La CIG alle imprese costa almeno il 40%"

Servono sostegni no blocchi delle assunzioni

28 mar 2020
UNAS contraria alla proposta dei sindacati: "La CIG alle imprese costa almeno il 40%"

In risposta della posizione avanzata da CSU, seguita poi da USL, in tema di “Richiesta sospensione licenziamenti collettivi per tutto il periodo relativo all'emergenza sanitaria”, UNAS, desidera porre l’attenzione anche sulle imprese coinvolte in questa possibile soluzione. Mancati rinnovi di lavoro a tempo determinato o eventuali riduzioni di personale che verranno avanzate (si spera nel minor numero possibile), se dovessero verificarsi, non saranno determinati da capricci dei datori di lavoro, ma nella maggior parte dei casi, da inattività totale per chiusura imposta per legge. Vorremmo segnale che - di fatto - ad oggi tutti gli artigiani e commercianti sono stati autolicenziati, senza nessun ammortizzatore ... ma questo a molti non è chiaro!!! Botteghe chiuse equivale a zero incassi in momenti in cui affitti, costo del personale, gestione delle scorte, merce caratterizzata da stagionalità, ecc. hanno messo in ginocchio tutta l’economia. Vietare i licenziamenti effettuati nel rispetto della normativa, equivarrebbe a spostare il problema ai datori di lavoro. Quando si afferma che “tanto c’è la CIG”, si dimentica di dire che tutti gli oneri indiretti restano a carico delle imprese: ferie, festività, tredicesima, contributi relativi e TFR sono sempre a carico del datore di lavoro. E sapete quanto incide il costo indiretto? Oltre il 40% del costo del lavoro!!! Allo stato attuale non possiamo essere d’accordo con tale richiesta per due motivi:
· intervento non supportato da solidarietà del sistema, ma interamente riversato sui datori di lavoro, oggi già “all’assa”
· intervento a pioggia, slegato da una reale necessità familiare. E proprio su questo ultimo concetto desideriamo richiamare l’attenzione di tutti, ad iniziare da chi ci governa: siamo in emergenza … se si devono pensare degli interventi questi devono essere verso situazioni di reale bisogno, a prescindere dalla categoria di appartenenza o dall’essere dipendenti, artigiani, commercianti, autonomi o disoccupati.

c.s. UNAS


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