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Upr sul futuro della Smac

16 feb 2016
Upr sul futuro della Smac
Upr sul futuro della Smac
Quale futuro avrà la SMAC Card?
Questa semplice domanda rivela il forte stato di incertezza che regna nel settore del commercio e dei servizi.
Unione per la Repubblica ha da tempo espresso contrarietà alla trasformazione del progetto SMAC Card che da strumento di promozione del commercio interno si è trasformata in mezzo per l’accertamento del reddito degli operatori economici e dei cittadini che la utilizzano ogni giorni nelle transazioni.
Ci siamo opposti quando fu approvata la riforma fiscale nel 2013, abbiamo continuato a farlo ogni volta in cui Decreti Delegati o variazioni normative tentavano di mettere riparo alle tante falle di un progetto mal congegnato.
Il punto semplice è proprio questo sul quale pare di capire ci sia da parte del Congresso di Stato una ostinata voglia di tirare diritto, magari vanificando quanto di positivo era stato fatto fino ad oggi.
Un costo annuo di circa 500.000 euro per mantenere in piedi un “circuito” che rischia di rimanere solo la scorciatoia sammarinese all’italico scontrino fiscale. Un costo al quale vanno poi aggiunti gli oneri indiretti per gli operatori economici (vedi software – carta chimica – linee adsl – oneri bancari) e per la stessa Pubblica Amministrazione (vedi personali – strumenti informatici – logistica).
Ma a chi serve la SMAC Card?
Questa è una domanda che prima o poi qualcuno dovrà iniziare a porsi, poiché da quando il progetto è nato quasi dieci anni fa, sono cambiate radicalmente le caratteristiche e gli obbiettivi.
Il settore dei carburanti ha necessità della SMAC Card?
A nostro avviso no. UPR ha manifestato da tempo l’esigenza di rivedere accordi internazionali e introdurre nell’Ordinamento Nazionale le disposizioni comunitarie in materia di prezzi di carburante. Tale argomento dovrebbe essere portato anche all’attenzione del tavolo negoziale in corso con l’Unione Europea.
Il settore del commercio è ancora sostenuto dalla SMAC Card?
Anche qui ci pare la risposta sia semplice ed ovvia.
La presenza della non obbligatorietà dello sconto, di aliquote di sconto molto ridotte, della impossibilità di spendere le somme ricaricate in alcune attività economiche (vedi distributori di carburante) inficiano le potenzialità del progetto ai fini dell’incentivazione dei consumi interni.
A tutto questo aggiungiamo poi anche i piccoli grandi problemi nell’applicazione della SMAC Card in tanti settori, compreso il paradossale atteggiamento dello Stato che quando agisce come operatore economico (vedi vendita di prodotti non farmaceutici in farmacia) e non pratica alcuna tipologia di sconto.
Quale futuro avrà la SMAC Card?
A giudizio di UPR ci sono troppe incertezze sul progetto e numerosi fattori di criticità sui quali con onestà ed equilibrio si dovrebbero fare delle riflessioni.
Se l’unica missione della carta rimarrà l’accertamento fiscale, fra pochi anni, andato a regime il nuovo sistema fiscale, la carta sarà inutile. Inutilità che rischia di trasformarsi in obsolescenza a causa delle innovazioni in corso nei sistemi di pagamento elettronici che renderanno in futuro inutili le tessere magnetiche.
Ma questo forse è un discorso troppo ardito per il Paese e per un Governo ostaggio della burocrazia e di un modo di pensare obsoleto e superato dalla storia.
Alla vigilia della stagione turistica 2016 ci sembra molto pericoloso avere un ulteriore elemento di criticità fra operatori economici e Governo che rischia fra l’altro di bloccare sul nascere ogni timido tentativo di rilancio del sistema economico.

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