Una delle emergenze del nostro tempo è sicuramente quella legata alla mancanza di medici. Lo abbiamo visto anche di recente quando ad alcuni bandi nessuno purtroppo ha risposto. Si tratta di un problema che ha radici lontane che affondano anche nella mancata lungimiranza di provvedimenti che abbiamo a lungo contestato e che stanno dando ora frutti non buoni andando a colpire tra le altre cose le pensioni. Infatti, chi può, ovvero chi dovrebbe venire da fuori, considerato il futuro pensionistico che lo attende se in Italia non ha versato in Inps, opta per lavorare in altri luoghi. Se non vogliamo assistere anche all’esodo di medici sammarinesi, parimenti penalizzati, dobbiamo correre ai ripari.
A ben vedere ad essere sotto pressione è tutto il comparto sanitario che resta in prima linea anche ora che determinate emergenze sono fortunatamente alle spalle. Parliamo di medici, di infermieri, di operatori sanitari e di ogni altra figura che contribuisce al buon funzionamento della struttura ospedaliera. Se tuttavia è così difficoltoso reperire il personale, come si può pensare a un futuro roseo per una popolazione che per una grossa fetta è rappresentata da persone molto anziane, affette da innumerevoli patologie? A meno che non si pensi di lasciare i cittadini a sé stessi, costretti magari a rivolgersi a medici privati, occorre riflettere seriamente sulle possibili soluzioni.
Il problema principe è dato dal fatto che San Marino non è sufficientemente attrattivo nei confronti di medici che vengono da fuori, per esempio dall’Italia. Per questo va posta attenzione sul tema del riconoscimento degli anni di lavoro svolti a San Marino, del cumulo dei contributi ai fini pensionistici, senza contare che anche il riscatto degli anni di Università va rivisto con condizioni migliorative rispetto a quelle attuali. È dunque estremamente urgente fare riforme legislative e agire sul fronte degli accordi e convenzioni con gli enti italiani, concordandoli con le OOSS.
Di recente è stata costituita una Commissione ad hoc per riflettere su queste importanti tematiche, sarebbe auspicabile il coinvolgimento dei Sindacati al fine di tutelare in toto i diritti di tutti. Confidiamo che la politica dia la giusta attenzione a questo tema per la cittadinanza così importante e ci coinvolga al più presto.
“Se invece - ha commentato il Segretario della Federazione Pubblico Impiego Simona Mazza - si continua a ragionare nell’ottica di tagli, di tetti, di risparmi generalizzati e non mirati, purtroppo si condannano le persone a una Sanità che, pur potendo contare su un personale qualificato e disposto a profondere ogni energia per offrire la massima assistenza, sarà però menomata. Sicuramente, non ci arrenderemo ad una deriva del nostro Sistema Sanitario, senza aver combattuto perché torni ad essere il fiore all’occhiello che è sempre stato”.
Cs - Federazione Pubblico Impiego USL