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Usl: "Per chi lavora il Fondo Servizi Sociali?"

22 feb 2016
Usl: "Per chi lavora il Fondo Servizi Sociali?"
Cosa si richiede a uno strumento nato per sostenere chi, pur avendo lavorato, non ha percepito la giusta retribuzione dalla propria ditta di appartenenza? Rapidità d’intervento, imparzialità e completezza d’informazioni. Tutte caratteristiche che, purtroppo, non trovano alcun riscontro nel Fondo Servizi Sociali.
Infatti sono sempre di più i soggetti che, a distanza di svariati anni dalla chiusura dell’azienda in cui lavoravano, sono ancora in attesa di ricevere dal Fondo Servizi Sociali anche solo una minima parte di quanto sarebbe loro spettato per diritto.
Non è più possibile tollerare tali ritardi: si tratta di procedure che dovrebbero avere la priorità, garantendo tempi celeri e snelli, per tutelare tutti quei lavoratori che hanno pagato sulla propria pelle il prezzo di attività imprenditoriali non andate a buon fine.
Inoltre è pressoché impossibile per chi non fa parte del Consiglio di Amministrazione del Fondo stesso - USL non è mai stata accolta all’interno, nonostante sia un’organizzazione sindacale giuridicamente riconosciuta - reperire informazioni sullo stato di avanzamento delle pratiche stesse, violando così il principio di correttezza e trasparenza in primo luogo verso i lavoratori stessi.
Non da ultimo, è oramai un dato di fatto che anche l’aspetto riguardante la neutralità del Fondo è totalmente mancante, dato che di recente lo stesso ha convocato gli ex lavoratori di alcune ditte presso la sede di due organizzazioni sindacali per ritirare le somme di loro spettanza. Ci chiediamo quale possa essere il grado di imparzialità di una realtà che, per definizione, è nata con lo scopo di intervenire a sostegno di tutti i lavoratori bisognosi, al di là di fazioni, tessere e vecchie logiche di spartizione del potere.

La Segreteria USL

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