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Usot su 'Tavolo Istituzionale e Legge di Bilancio 2020'

12 nov 2019
Usot su 'Tavolo Istituzionale e Legge di Bilancio 2020'

Il Tavolo "Istituzionale” è nato, a nostro avviso, da urgenze e progetti politici che nulla avevano a che vedere con una reale volontà di condivisione con le Associazioni Datoriali. Il primo incontro, in cui il “Governo” ha espresso la necessità e l'auspicio che il Tavolo si occupasse anche della questione NPL e della riforma pensionistica oltre alla stesura della Legge di Bilancio, ha immediatamente certificato la finzione verso cui ci stavamo incamminando. La presunta necessità di una globale condivisione aveva chiaramente un unico obiettivo: annullare la responsabilità della Politica e spalmarla (o magari in futuro rivendicarla) su Associazioni Datoriali e Parti Sociali. Chi ha pensato, inizialmente, che fosse l'avvio di un percorso che metteva Politica, Sindacati e Associazioni di Categoria sullo stesso piano si è dovuto presto ricredere. Sono bastati un paio di incontri, infatti, per comprendere chiaramente che l'unico interlocutore ascoltato ed a cui era rivolta l'attenzione della Segreteria di Stato per le Finanze fosse la CSU. Quella stessa CSU che in uno dei suoi esponenti apicali avrebbe poco dopo dichiarato in una trasmissione di RTV che il Settore Turistico NON rappresenta "Economia Reale" per il Paese. La richiesta della politica di presentarci uniti e compatti all'incontro con il FMI ha chiarito, qualora ce ne fosse ulteriore bisogno, la vera necessità di "unità” che ci veniva avanzata. Un incontro con il FMI illuminante, per chi ancora non lo avesse compreso, sulla situazione drammatica del nostro sistema bancario e finanziario, di come i numeri che lo rappresentano non riescano nemmeno a rientrare in uno schema/grafico comparativo con i numeri dei Paese europei, di come dobbiamo "smettere di sognare" (citazione di quanto detto dal rappresentante del FMI) di pensare di poter fare attività in Europa anche dopo un eventuale accordo di adesione per assoluta mancanza dei parametri minimi dei nostri Istituti Bancari. Durante la discussione della Legge di Bilancio e del relativo articolato sono sempre e solo state accettate le indicazioni e richieste delle organizzazioni sindacali, usando due pesi e due misure rispetto alle esigenze e tematiche avanzate dalle Associazioni Datoriali.

"est modus in rebus" come ha sentenziato Orazio. Non pensiamo sia tempo ben speso quello in cui ci si siede ad un “Tavolo" solo per scaldare la sedia e non riteniamo accettabile, contestualmente, che la concertazione avvenga a senso unico e che la Segreteria di Stato per le Finanze sia unicamente interessata a ricercare un accordo che accontenti esclusivamente le parti sociali disinteressandosi delle esigenze e delle posizioni di chi rappresenta l'Economia Reale del Paese ed un Settore, quello Turistico e Commerciale, che raffigura un asset strategico di rilancio per la Repubblica di San Marino. Mancano, a nostro avviso, indicazioni e previsioni di reale sviluppo economica e di una seria riduzione degli abbondanti ed evidenti sprechi presenti nella Pubblica Amministrazione e nelle Aziende ed Enti partecipati. Il concetto deve essere cristallino: non esistono tematiche esclusive e riservate solo ad una parte sociale. A conferma di quanto appena detto, dopo settimane di incontri convulsi, la votazione Consiliare ha certificato che il lavoro prodotto è risultato assolutamente disprezzato dagli stessi (politici) partecipanti, costretti a discuterne i contenuti in una seduta che avrebbe dovuto solo approvarli. L'art. 22 (Tavolo quadripartito che ha “sbloccato" l'empasse in cui era finito il Tavolo ed approvato con 16 voti a favore 14 contro e 10 astenuti è la dimostrazione cristallina delle vere intenzioni politiche presenti fin dall'inizio: l'inizio anticipato della campagna elettorale. L'elaborato presentato dal Tavolo è un documento incompleto, assolutamente parziale che non affronta se non marginalmente le vere criticità che colpiscono il Paese. Un'ultima, triste, osservazione. Il bilancio 2020 nato dall'amore universale è il bilancio approvato con meno voti nella storia, 22.


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