In questi giorni si è assistita ad una becera strumentalizzazione in merito ad una scelta riguardante una pratica medica quale è la vaccinazione. Come COPRAV (comitato obiettore alle pratiche vaccinali) teniamo a ribadire alcuni concetti che riteniamo fondamentali. Innanzitutto a San Marino abbiamo dal 1995, grazie ad un tavolo di lavoro congiunto tra Segreteria di Stato alla Sanità e l’allora Comitato per la Libertà di scelta terapeutica, una Legge che regolamenta le vaccinazioni riconoscendone il valore e l’importanza in un adeguato contesto e secondo determinati protocolli e che prevede altresì l’obiezione; in questi venti anni non si sono registrate epidemie di alcun tipo e nemmeno danni gravi a bambini non vaccinati malgrado la percentuale di vaccinati sia da diverso tempo al di sotto di quella raccomandata. Questo solo per ricordare che la questione non nasce certo oggi come si vuol far credere.
Precisiamo subito che essere obiettori non significa essere contro i vaccini ma critici verso la loro composizione e le modalità con le quali vengono somministrati. La questione non è “vaccini si-vaccini no” ma “vaccini come”. Gli obiettori vogliono, come i genitori che vaccinano, salute e sicurezza per i propri figli ma vogliono anche poter esercitare un consumo critico dei vaccini per avere un prodotto più sicuro per tutti. Questo ragionamento pare possibile per tutti i farmaci ma non quando si parla di vaccini; non se ne capisce la ragione dato che i vaccini sono farmaci a tutti gli effetti che però, a differenza degli altri, vengono somminitrati a persone (neonati) perfettamente sani e non per curare una patologia già esistente. E poiché, come tutti i farmaci, possono avere effetti collaterali anche gravi riteniamo che la vaccinazione, come qualsiasi atto medico, debba rimanere una scelta personale e non un obbligo. E paiono pensarla allo stesso modo almeno metà degli Stati europei ove le vaccinazioni non sono obbligatorie; non si capisce dunque il motivo di tanto allarmismo riferito a rapporti nel contesto europeo. O con la vicina Italia che da una parte dice di voler salvaguardare chi non può vaccinarsi e dall’altra vanta invece nelle aziende ospedaliere percentuali di medici vaccinati irrisorie.
Non essendo ovviamente possibile liquidare l’argomento vaccinazioni in poche battute cosa auspichiamo come Comitato? Innanzitutto libertà di scelta per le vaccinazioni che devono essere personalizzate sul singolo individuo dopo attenta anamnesi e informazione a 360 gradi su tutto quello che concerne i vaccini senza seminare paure o allarmismi (spesso rivelatisi infondati come nel caso della mucca pazza, della sars, dell’aviaria, ecc) . Le persone vanno motivate e convinte di una scelta, non obbligate. E non possono esistere dogmi; tutto può e deve essere messo in discussione. Magari anche facendo studi indipendenti più a lungo termine o per verificare se nei vaccini vi sono realmente particelle metalliche o componenti tossiche/neurotossiche che non dovrebbero esserci. La nostra legge poi, malgrado fosse ben articolata, in tanti punti è stata disattesa (specie per quanto riguarda la raccolta e pubblicazione di dati e report su vaccinati/non vaccinati) e in un punto purtroppo pecca di una grave mancanza: il riconoscimento e risarcimento del danno da vaccino qualora dovesse verificarsi una reazione avversa. E questo è un altro tasto dolente perché la farmacovigilanza non è puntuale e rigorosa e quello che riflette purtroppo non è la realtà dei fatti (anche solo pensando ad una reazione lieve come la febbre, se fossero registrati tutti i casi segnalati, come dovrebbe avvenire per qualunque reazione, le percentuali riportate sarebbero molto diverse…ma se non vengono registrate nemmeno queste reazioni lievi pensiamo come possono esser trattate quelle più gravi e meno attese). Tante quindi le cose che si potrebbero fare per rendere migliori le pratiche vaccinali senza scadere in banali polemiche e sterili contrapposizioni.
Come Comitato riteniamo che qualunque sia il pensiero in merito occorra cessare di vedersi come avversari ed iniziare a ragionare insieme su come poter essere alleati nel garantire maggior sicurezza a tutti.
Per quanto ci riguarda appena si insedierà la nuova Segreteria torneremo a proporre il tavolo di lavoro iniziato nel 2016 che ci ha visto dialogare con l’allora Segretario di Stato, i vertici ISS e il Comitato di Bioetica. Chi desiderasse conoscere meglio le nostre finalità o aderire al nostro progetto può scriverci a comitatoobiettori@gmail.com
Precisiamo subito che essere obiettori non significa essere contro i vaccini ma critici verso la loro composizione e le modalità con le quali vengono somministrati. La questione non è “vaccini si-vaccini no” ma “vaccini come”. Gli obiettori vogliono, come i genitori che vaccinano, salute e sicurezza per i propri figli ma vogliono anche poter esercitare un consumo critico dei vaccini per avere un prodotto più sicuro per tutti. Questo ragionamento pare possibile per tutti i farmaci ma non quando si parla di vaccini; non se ne capisce la ragione dato che i vaccini sono farmaci a tutti gli effetti che però, a differenza degli altri, vengono somminitrati a persone (neonati) perfettamente sani e non per curare una patologia già esistente. E poiché, come tutti i farmaci, possono avere effetti collaterali anche gravi riteniamo che la vaccinazione, come qualsiasi atto medico, debba rimanere una scelta personale e non un obbligo. E paiono pensarla allo stesso modo almeno metà degli Stati europei ove le vaccinazioni non sono obbligatorie; non si capisce dunque il motivo di tanto allarmismo riferito a rapporti nel contesto europeo. O con la vicina Italia che da una parte dice di voler salvaguardare chi non può vaccinarsi e dall’altra vanta invece nelle aziende ospedaliere percentuali di medici vaccinati irrisorie.
Non essendo ovviamente possibile liquidare l’argomento vaccinazioni in poche battute cosa auspichiamo come Comitato? Innanzitutto libertà di scelta per le vaccinazioni che devono essere personalizzate sul singolo individuo dopo attenta anamnesi e informazione a 360 gradi su tutto quello che concerne i vaccini senza seminare paure o allarmismi (spesso rivelatisi infondati come nel caso della mucca pazza, della sars, dell’aviaria, ecc) . Le persone vanno motivate e convinte di una scelta, non obbligate. E non possono esistere dogmi; tutto può e deve essere messo in discussione. Magari anche facendo studi indipendenti più a lungo termine o per verificare se nei vaccini vi sono realmente particelle metalliche o componenti tossiche/neurotossiche che non dovrebbero esserci. La nostra legge poi, malgrado fosse ben articolata, in tanti punti è stata disattesa (specie per quanto riguarda la raccolta e pubblicazione di dati e report su vaccinati/non vaccinati) e in un punto purtroppo pecca di una grave mancanza: il riconoscimento e risarcimento del danno da vaccino qualora dovesse verificarsi una reazione avversa. E questo è un altro tasto dolente perché la farmacovigilanza non è puntuale e rigorosa e quello che riflette purtroppo non è la realtà dei fatti (anche solo pensando ad una reazione lieve come la febbre, se fossero registrati tutti i casi segnalati, come dovrebbe avvenire per qualunque reazione, le percentuali riportate sarebbero molto diverse…ma se non vengono registrate nemmeno queste reazioni lievi pensiamo come possono esser trattate quelle più gravi e meno attese). Tante quindi le cose che si potrebbero fare per rendere migliori le pratiche vaccinali senza scadere in banali polemiche e sterili contrapposizioni.
Come Comitato riteniamo che qualunque sia il pensiero in merito occorra cessare di vedersi come avversari ed iniziare a ragionare insieme su come poter essere alleati nel garantire maggior sicurezza a tutti.
Per quanto ci riguarda appena si insedierà la nuova Segreteria torneremo a proporre il tavolo di lavoro iniziato nel 2016 che ci ha visto dialogare con l’allora Segretario di Stato, i vertici ISS e il Comitato di Bioetica. Chi desiderasse conoscere meglio le nostre finalità o aderire al nostro progetto può scriverci a comitatoobiettori@gmail.com
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