adesso.sm: E la verifica delle opposizioni?

adesso.sm: E la verifica delle opposizioni?.
Alla luce delle notizie diffuse sui media sammarinesi riguardanti una verifica di governo in corso non possiamo che confermare le affermazioni già fatte dai capigruppo di maggioranza e pubblicate dalla San Marino RTV, venerdì scorso.
In passato, forse, la normalissima verifica dell’operato del governo era considerata una cosa straordinaria, sintomo di chissà quali tensioni o disastri politici imminenti.
La maggioranza e il governo hanno sempre avuto un rapporto continuo e trasparente, che si è intensificato negli ultimi mesi alla luce delle grandi riforme in cantiere. Non c’è nulla di strano, quindi, che si prosegua periodicamente facendo il punto della situazione e degli impegni presi con il programma di governo e negli incontri maggioranza-governo. Anzi, sarebbe strano il contrario.
Sarebbe invece il caso che fossero gli stessi gruppi di opposizione, compresi quelli rappresentati dai consiglieri che ieri – nell’ennesimo comma comunicazioni “omnibus” – hanno ironizzato sulla notizia, ad organizzare una verifica interna. Persa la certezza, infatti, propugnata come tale dal mese di aprile dell’anno 2017, della caduta del governo a seguito di una poderosa spallata dell’opposizione, i nodi sembrano arrivati al pettine. Nell’ultimo anno (abbondante) si sono assemblati i personaggi più improbabili, dando vita a quello che qualcuno ha definito un “maxi partito” amorfo, avente l’unico scopo quello di acquisire potere senza preoccuparsi delle enormi incongruenze.
Abbiamo visto andare a braccetto nelle varie manifestazioni di piazza gli esponenti del nuovo che vorrebbe avanzare con i rappresentanti del passato più torbido. Abbiamo visto le peggiori strumentalizzazioni della magistratura, per difendere l’indifendibile, fino a gridare addirittura un colpo di stato, poi caduto nel ridicolo. Abbiamo visto lanciare accuse di illegalità e di continue violazioni costituzionali, per poi vedersi costantemente dare torto dal Collegio Garante. Abbiamo visto la più subdola demagogia applicata a problemi estremamente complessi, causati da un passato non più riproponibile e al tempo alimentati anche da qualcuno che oggi si è repentinamente rivestito dei panni del censore a tutto campo.
Ebbene, dopo avere stancamente recitato il solito spartito, l’opposizione si sta progressivamente spaccando in pezzi.
Il PSD si è da tempo diviso in più fazioni, un consigliere che se n’è andato, un altro si è estraniato e un altro vorrebbe prontamente liquidare quel che resta del partito per qualcosa di diverso che puntualmente non prende mai vita.
Il PSS si è anche esso spaccato, con uno dei tre consiglieri che ha prontamente preso le distanze da un progetto politico definito inesistente. Quello che resta, sempre più autoreferenziale, avrebbe voluto anche esso fondersi in qualcosa di diverso, senza trovare un porto d’approdo.
Nella Democrazia Cristiana, anche in virtù di un suo appiattimento pressoché costante sulle posizioni di RETE, talvolta anche imbarazzante, si sono diffusi non pochi malumori, in parte sfociate in iniziative che mirano a cercare la possibilità di un confronto che diversamente non sembra esistere.
Da una verifica di queste situazioni magari verrebbe fuori che tali tensioni interne all’opposizione derivano dal fatto che non tutti sposano più acriticamente la linea dello scontro totale, propugnata come una vera e propria ideologia da RETE. Tutto questo senza remore neppure nei confronti del coinvolgimento delle stesse istituzioni nella lotta nel fango, dettata dai (ma forse sarebbe meglio dire DAL) capobastone di opposizione.
E si potrebbe magari ricomporre un quadro di una situazione, ormai, talmente complessa da rendere veramente difficile comprendere per governo e maggioranza quali siano gli interlocutori con cui confrontarsi.

Comunicato stampa
Adesso.sm

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