Voucher e correttivi al Jobs act, via libera in commissione
“Il Governo ha già dimostrato la sua volontà di creare alternative valide al lavoro accessorio, ad esempio, attraverso la riduzione dell’IRAP nel settore del turismo o l’esclusione del ricorso ai voucher nell'ambito degli appalti – ha continuato il deputato -. La proposta intende innanzitutto apportare modifiche alla disciplina del lavoro accessorio per ricondurlo alla sua originaria natura di occasionalità, in particolare attraverso la riduzione da 7.000 euro a 6.000 euro del limite di compensi annui da corrispondere attraverso i voucher ai singoli lavoratori, una migliore definizione dei contenuti della comunicazione preventiva del ricorso al lavoro occasionale, l’esclusione esplicita dei settori ad alta intensità di conoscenza tecnica e di pericolosità dalla prestazione, come l’edilizia”.
I correttivi proposti riguardano in particolare interventi per garantire effettivamente il carattere accessorio e l’occasionalità delle prestazioni di lavoro e rafforzare la tracciabilità dei buoni orari; la riaffermazione dell’applicabilità anche nel settore agricolo del limite annuo di 2.000 euro per le prestazioni nei confronti di ciascun committente, nonché l’estensione all'agricoltura delle modalità di tracciabilità dei voucher previste in via generale per gli imprenditori e i professionisti; il riconoscimento degli ammortizzatori sociali nelle aree di crisi complessa e nel settore della pesca, anche per imprese con meno di cinque dipendenti e nei casi di sospensione integrale delle attività come nel caso di fermo biologico; il divieto al ricorso a prestazioni di lavoro accessorio nel settore delle costruzioni. Si chiede infine al Governo di stanziare maggiori risorse per i servizi pubblici per l’impiego e per la sperimentazione dei percorsi formativi di apprendistato e alternanza tra scuola e lavoro; di estendere la disciplina transitoria della Naspi per i lavoratori stagionali del turismo e del settore termale (seguendo la risoluzione di Arlotti già approvata all’unanimità); una migliore definizione della disciplina delle dimissioni volontarie.