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Carceri: sempre più grave la situazione a Rimini

17 giu 2017
Carceri: sempre più grave la situazione a Rimini
"Sempre più grave la situazione delle carceri dell'Emilia Romagna, le quali purtroppo non si discostano da quella generale. La politica ed i vertici dell'Amministrazione hanno ormai abdicato ad ogni politica della sicurezza, a vantaggio di carceri e detenuti liberi di fare quello che vogliono". Lo affermano Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del Sappe, e Francesco Campobasso, segretario nazionale. "Nel carcere di Rimini - dicono i sindacalisti della polizia penitenziaria - nel corso di una recente perquisizione straordinaria sono stati rinvenuti 5 telefonini, 3 grammi di hashish, 2 coltelli rudimentali, una chiavetta Usb, auricolari vari, in sostanza tutti oggetti non consentiti.
Sono di tutta evidenza le responsabilità dei vertici dell'Amministrazione Penitenziaria e della politica che ormai hanno istituito per legge, con la recente riforma sul processo penale e sull'ordinamento penitenziario, la vigilanza dinamica, l'affettività in carcere (sesso in carcere) e l'uso di videocollegamenti per i detenuti di ogni genere, al fine di comunicare con le famiglie. Da tempo denunciamo la situazione del carcere di Rimini, ma i vertici dell'amministrazione non fanno nulla". "Negli ultimi tempi - aggiungono Durante e Campobasso - sono emersi anche veri e propri eventi critici, con episodi che hanno visto in due momenti distinti detenuti salire sul tetto della chiesa adiacente al cortile passeggi dell'istituto. Negli ultimi due anni, nel carcere di Rimini, si sono avvicendati cinque direttori in missione e diversi comandanti".

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