Malversazione a danno dello Stato, falso in bilancio, bancarotta fraudolenta sono i reati che hanno portato Gianni Celli, 72 anni, agli arresti domiciliari. Con un articolo l'Associazione stampa dell'Emilia Romagna riepiloga la vicenda
L'ASER mette in fila gli eventi che hanno portato all'epilogo di cui vi abbiamo già dato conto: l'ex editore de La Voce di Romagna si trova ai domiciliari. Il nucleo tributario della Guardia di Finanza ha ricostruito il flusso di denaro derivante dai contributi pubblici all’editoria destinati al quotidiano e dirottato su altre società direttamente o indirettamente riconducibili: La mia Terra, Acta Europa srl, Sei srl, La casa . e Bpr srl. “Queste società non hanno mai restituito i prestiti ricevuti dalla Voce. Inoltre per ricevere quei finanziamenti pubblici, secondo gli inquirenti si sarebbero anche registrati a bilancio crediti gonfiati in maniera da percepire i finanziamenti” si legge sul sito internet, che sottolinea come la Voce abbia ottenuto finanziamenti dal Governo per l’editoria dal 2007 a tutto il 2013 per 20 milioni di euro. L'articolo ricorda anche che il quotidiano (ora edito da una nuova società, Edizioni delle Romagne, di proprietà dei figli di Celli), continua ad uscire in edicola nonostante il sequestro della testata, in uso alla redazione grazie ad una scrittura privata. “Sulla testata ceduta in precedenza alla società poi fallita La mia Terra pende un pegno della Cassa di Risparmio di Rimini, ed è ora affidata al curatore fallimentare e al custode giudiziario in attesa di definirne la sorte” si legge. il sindacato che da noi sollecitata per un commento, preferisce al momento non esporsi. Dal punto di vista della stretta cronaca ricordiamo che per la vicenda Celli si attende risposta a ad una rogatoria inviata a San Marino, per verificare se effettivamente parte dei fondi siano stati trasferiti in istituti bancari e società finanziare del Titano
L'ASER mette in fila gli eventi che hanno portato all'epilogo di cui vi abbiamo già dato conto: l'ex editore de La Voce di Romagna si trova ai domiciliari. Il nucleo tributario della Guardia di Finanza ha ricostruito il flusso di denaro derivante dai contributi pubblici all’editoria destinati al quotidiano e dirottato su altre società direttamente o indirettamente riconducibili: La mia Terra, Acta Europa srl, Sei srl, La casa . e Bpr srl. “Queste società non hanno mai restituito i prestiti ricevuti dalla Voce. Inoltre per ricevere quei finanziamenti pubblici, secondo gli inquirenti si sarebbero anche registrati a bilancio crediti gonfiati in maniera da percepire i finanziamenti” si legge sul sito internet, che sottolinea come la Voce abbia ottenuto finanziamenti dal Governo per l’editoria dal 2007 a tutto il 2013 per 20 milioni di euro. L'articolo ricorda anche che il quotidiano (ora edito da una nuova società, Edizioni delle Romagne, di proprietà dei figli di Celli), continua ad uscire in edicola nonostante il sequestro della testata, in uso alla redazione grazie ad una scrittura privata. “Sulla testata ceduta in precedenza alla società poi fallita La mia Terra pende un pegno della Cassa di Risparmio di Rimini, ed è ora affidata al curatore fallimentare e al custode giudiziario in attesa di definirne la sorte” si legge. il sindacato che da noi sollecitata per un commento, preferisce al momento non esporsi. Dal punto di vista della stretta cronaca ricordiamo che per la vicenda Celli si attende risposta a ad una rogatoria inviata a San Marino, per verificare se effettivamente parte dei fondi siano stati trasferiti in istituti bancari e società finanziare del Titano
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