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Conto Mazzini, ascoltati Augusto Casali ed Emilio Della Balda

26 apr 2016
Conto Mazzini, ascoltati Augusto Casali ed Emilio Della Balda
Conto Mazzini, ascoltati Augusto Casali ed Emilio Della Balda - Relazioni e accordi sospetti nel sottobosco politico
In aula il menu delle relazioni e degli accordi sospetti, in un sottobosco politico affaristico in cui anche l'indice di gradimento elettorale può diventare un campanello d'allarme. Nonostante le sollecitazioni degli avvocati Augusto Casali, ex presidente del Partito Socialista, non fa esempi concreti ma la sua escussione conferma il 'metodo San Marino' delineato dall'accusa, capace di indirizzare nomine, gestire l'economia, favorire il consenso; apre il capitolo voto estero, tema sensibile fin dagli anni 50, punta il dito contro accordi sospetti, come quello del 2002 tra democrazia cristiana e socialisti ed il numero delle preferenze: “nel 2001 ero segretario politico e ne ottenni 600, mentre Stolfi ed Andreoli arrivarono a sfiorare le 1.500”, la velocità con cui alcuni esponenti del PSU sapevano affidare le nomine che contano, la disinvoltura con cui un imprenditore gli consegnò una busta con dei soldi negli anni 90, quando era segretario al Turismo, e che subito restituì. L'impianto del teorema rimane sullo sfondo anche quando, con Emilio della Balda, il discorso scava le movimentazioni attraverso Finproject, di cui Della Balda fu presidente dal 2005 al 2008, prima cioè di ricoprire il medesimo ruolo in Banca Commerciale Sammarinese. Entrambi ruoli di responsabilità con scarsa possibilità di controllo, in particolare per quel che riguarda il primo incarico, che gli furono proposti da Bruscoli e Roberti: con i due, è rimasto in contatto fino al 2014, quando l'inchiesta giudiziaria aveva già i motori bollenti. Della Balda raccolse i loro sfoghi legati alla vicenda giudiziaria senza rinfacciare loro responsabilità e rischi cui lo avevano esposto, compreso quello di un'azione di responsabilità che il commissario liquidatore Varriale aveva ipotizzato; fino al fatto stesso di essere seduto in un aula di Tribunale a rispondere a domande che hanno si ripercorso il sistema Bcs (dai finanziamenti ai libici alle truffa Gi.val che segnò l'inizio della fine, fino alla parcella al socio libico), ma che per quel che riguarda gli avvocati di parte civile avevano un solo obiettivo. Quale lo ha detto chiaramente il legale dell'eccellentissima Camera, l'avvocato Monteleone: “era un presidente pilotato dagli imputati di questo processo”.

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