Criminalità, il Sole24Ore 'incorona' Rimini

Secondo la classifica de Il Sole24Ore Rimini è al primo posto in Italia per criminalità. "Un paradosso statistico" è la pronta risposta del sindaco Gnassi .
Un podio poco ambito, dal quale Rimini non è mai scesa dal 1997 ad oggi. Secondo la Classifica del Sole 24 Ore la provincia romagnola è addirittura prima per reati denunciati: 7.791 ogni 100mila abitanti, seguono Milano (7.636 ogni 100mila abitanti) e Bologna (7.240, ogni 100 mila abitanti). La variabile turismo, rilevata dallo stesso quotidiano economico, è l'argomento forte della risposta del sindaco e presidente della Provincia Gnassi, che ribadisce ciò che agli esperti della statistica non dovrebbe suonare nuovo: “la correzione dei flussi turistici non viene assorbita dall'analisi statistica, ed in quanto al volume, quello complessivo dei reati è 'un decimo rispetto a quello di Roma e Milano”. Senza contare che la predisposizione alla denuncia denota una fiducia nelle forze di polizia, che è evidentemente solida ed anche ben riposta, alla luce del calo nel numero dei reati, “26.136 nel 2015, -1,9 per cento rispetto all'anno precedente”. Tornando alla classifica, nel dettaglio delle tipologie di reato denunciate, Rimini svetta nei furti con 5.211 ogni 100mila abitanti (-4,6%)e borseggi 3.594 ogni 100mila abitanti (+6,6%) furti in esercizi commerciali (326 ogni 100mila abitanti, -3,87%), ed è quinta per rapine (101 ogni 100mila residenti, -6,6%). Altri gli aspetti da valutare, con più attenzione rispetto alla classifica che secondo Gnassi non ha mai considerato di introdurre elementi di valutazione più precisi: il trend pluriennale per esempio, una crisi economica che aumenta l'attrattività di territorio che meglio si difendono dalla difficile congiuntura economica, l'allarme terrorismo che costringe anche Rimini a destinare forze e risorse al di là dell'ordinario. Una risposta che diventa l'occasione per ribadire la necessità di un potenziamento degli organici di polizia e la promozione in classe adeguata della sua questura. Necessità che spinge Rimini a guardare oltre la graduatoria, che comunque ad una cosa può essere utile: “convincere il Ministero a dare alla città ciò che gli spetta. - conclude Gnassi- Né più né meno”

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