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Fallimento Fellini: due sammarinesi tra gli indagati

13 feb 2015
Fallimento Fellini: due sammarinesi tra gli indagati
Fallimento Fellini: due sammarinesi tra gli indagati
Anche il Titano viene travolto, suo malgrado, nel ciclone dell''indagine sul fallimento dell''aeroporto d Rimini. Nel lungo elenco degli indagati illustri, che include gli amministratori attuali ed ex della provincia di Rimini, spiccano anche due nomi sammarinesi: Corrado Carattoni e Giovanni Conti, i due rappresentanti di San Marino che si sono alternati nell'ultimo decennio nel consiglio di amministrazione di Aeradria. Sul loro capo l''accusa di "false comunicazioni sociali in danno delle societa', dei soci o dei creditori" per aver "predisposto e approvato il bilancio" dal 2008 in poi. Bilanci licenziati, malgrado riportassero "dati patrimoniali infedeli con lo scopo di ingannare i soci e i creditori, al fine di far conseguire un ingiusto profitto alla stessa Aeradria Spa", come spiega il testo del decreto di sequestro preventivo comminato ai nove indagati piu' coinvolti nel crac dell''aeroporto Fellini, tra cui il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi. Contattato dalla ''Dire'', Carattoni, attuale presidente dell'Aeroclub di San Marino, spiega di aver avuto la notizia del suo coinvolgimento nell'indagine dai quotidiani: "Non ho avuto comunicazioni da parte dei magistrati e del tribunale", spiega. Chiarisce quindi il suo ruolo: "Non ho fatto altro che obbedire al mio Stato che mi ha mandato nel Cda in sua rappresentanza". Carattoni e' stato per qualche anno membro del consiglio di amministrazione di Aeradria, fino al 2008, "sette anni fa", chiosa. Poi, con l''avvicendamento del governo, al suo posto e'' stato nominato Conti, fino al fallimento della societa'. Entrambi, chiarisce "rappresentavamo San Marino nel Cda per patto di sindacato". Diversamente il 3% delle quote detenute dal Titano, spiega, non gli avrebbe consentito di essere parte dell''organismo.
Carattoni si dice poi molto sorpreso: "Onestamente- manda a dire- nelle mie attivita' di rappresentante di San Marino non ritengo di aver agito con dolo, o peggio, con omissione di controllo". Anche perche', "per come ci raccontavano le cose- prosegue- erano tutte sistemate". L''ex membro del Cda spiega di aver visto i bilanci che gli venivano consegnati: "Ma evidentemente non rispecchiavano la realta'- si rammarica- e io non avevo elementi in piu' per giudicare diversamente". Infine, osserva che, mentre per le altre realta' coinvolte sono stati indagati gli amministratori pubblici, "a San Marino non sono indagati gli amministratori- constata- ma i loro rappresentanti".

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