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GdF Rimini: accertato giro di fatture false da San Marino per oltre 6 mln

25 apr 2014
GdF Rimini: accertato giro di fatture false da San Marino per oltre 6 mln
GdF Rimini: accertato giro di fatture false da San Marino per oltre 6 mln
Arrivati presso la sede dichiarata dell’attività commerciale da controllare, i finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Rimini si aspettavano di trovare un magazzino di grandi dimensioni, merce in attesa di essere rivenduta, uffici commerciali e dipendenti all’opera. Di contro, della società da ispezionare non vi era neanche l’ombra, ma solo un terreno agricolo con un prefabbricato in lamiera.
I sospetti che l’attività oggetto del controllo fosse una cd. "cartiera”, cioè un soggetto economico con unico scopo di ricevere ed emettere fatture per operazioni inesistenti, si sono concretizzati quando i finanzieri si sono presentati presso lo studio del consulente fiscale, dove hanno rinvenuto non solo le fatture e la documentazione della società verificata, ma anche di tutte le imprese, italiane ed estere, beneficiarie del meccanismo
fraudolento, per oltre 6 milioni di euro.

Il sistema di frode, comunemente denominato “a carosello”, è quello ormai tristemente noto ed utilizzato nelle operazioni commerciali illecite con operatori esteri intracomunitari (compresi i soggetti sammarinesi) in regime di esenzione IVA al momento dell’acquisto. Con l’interposizione fittizia di un’impresa “cartiera” italiana (che non pagherà mai le imposte dovute), si crea la possibilità per l’acquirente finale della merce di rifornirsi a prezzi estremamente vantaggiosi e di generare un falso credito relativo all’IVA che, di fatto, non è mai stata corrisposta alla cartiera.

Dai controlli effettuati, è stato accertato che la società controllata ha effettuato acquisti milionari di merci da due operatori economici della Repubblica di San Marino per rivenderle, successivamente, a un prezzo inferiore rispetto a quello di acquisto, a grossisti italiani che in questo modo avevano la possibilità di collocare sul mercato i beni sbaragliando la concorrenza. In alcuni casi esisteva addirittura un ulteriore “schermo” societario (rappresentato da altre cartiere) inserito allo scopo di rendere oltremodo complicato il lavoro di eventuali controllori.
Come di solito avviene, il raffinato sistema di frode è stato approntato con il contributo professionale di un consulente fiscale. In questo caso si tratta di G.L., sessantenne ragioniere marchigiano con studio commerciale a Rimini, denunciato unitamente al titolare dell’impresa, D.P., 47enne nato a Terni, ma residente da tempo nel riminese.
L’accesso eseguito presso l’ufficio del consulente, infatti, permetteva di:
- rinvenire gli originali delle fatture di vendita delle aziende sammarinesi, chiaro indizio di colpevolezza avuto riguardo alla fittizietà delle fatture contestate;
- dimostrare che lo stesso ragioniere era perfettamente consapevole della mancata corrispondenza, in molti casi, tra le fatture emesse dall’impresa (di cui curava minuziosamente la contabilità) ed i relativi pagamenti e che, conseguentemente, le
imposte indebitamente portate in compensazione non erano mai state versate.

Ciò ha comportato la redazione di un’accurata comunicazione di notizia di reato alla Procura della Repubblica di Rimini nei confronti dei due indagati per i reati di cui agli articoli 2, 8 e 10 quater del D.Lgs. 74/2000 (utilizzo ed emissione di fatture per operazioni
inesistenti e indebita compensazione).
Nell’ottica di aggredire i patrimoni illecitamente accumulati, inoltre, i militari del Corpo richiedevano contestualmente all’Autorità Giudiziaria l’emissione di un apposito decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla “confisca per equivalente” di beni e disponibilità finanziarie sino all’ammontare complessivo dell’imposta evasa, stimata in oltre 2.640.000 euro a carico di entrambi gli indagati.
Il Sostituto Procuratore della Repubblica di Rimini, dott.ssa Gemma Gualdi, accogliendo in toto l’impostazione investigativa della p.g. e coordinando le fasi preliminari d’indagine, inoltrava la richiesta di sequestro al competente Giudice per le Indagini Preliminari, dr.
Vinicio Cantarini, che provvedeva ad emettere il provvedimento ablatorio richiesto. Tra i beni sequestrati vi sono quote sociali di svariate imprese riconducibili all’imprenditore (n.6) e al professionista (n.3) con sede sia in Emilia Romagna che nelle Marche oltre a conti correnti, immobili e autoveicoli.
L’esecuzione del decreto, che ha visto l’impiego complessivo di nr 20 militari di questo Comando Provinciale e degli altri Reparti territorialmente competenti, ha comportato altresì l’acquisizione di documentazione bancaria che verrà utilizzata nel prosieguo delle
indagini finalizzate alla ricostruzione dei flussi finanziari illeciti accertati.

Comunicato stampa Guardia di Finanza Rimini

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