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Gdf Rimini: recuperato il 97% (305 mln) della maxi frode allo Stato per falsi crediti sui fondi covid

Altri due indagati e sequestro di ulteriori 10 milioni

13 apr 2022
Gdf Rimini: recuperato il 97% (305 mln) della maxi frode allo Stato per falsi crediti sui fondi covid

Una maxi frode allo Stato italiano da 440 milioni di euro di falsi crediti, sui fondi di sostegno alle imprese in difficoltà. La più grande frode scoperta finora legata alla pandemia. I soldi degli incentivi del decreto rilancio del 2020 per trasformare in crediti di imposta l'affitto pagato per i locali commerciali e i lavori edilizi, come nel caso del sismabonus e "bonus facciate". L'operazione Free credit, partita dalla Guardia di finanza di Rimini, lo scorso gennaio, coordinata dal sostituto procuratore di Rimini Paolo Gengarelli, la prima in Italia nel suo genere, è proseguita in questi mesi portando al sequestro di 175 gli apparati informatici, oltre 20 terabytes di dati da analizzare. Uno sforzo che permesso di recuperare circa il 97% dell’ammontare della presunta frode, tra immobili, società, veicoli e disponibilità finanziarie e crediti che sono stati bloccati prima che venissero ceduti: di questi, oltre 80 milioni erano già stati immessi nel sistema di vendita e sarebbe bastato un click per farli sparire. 

Il totale dei crediti sequestrati e di cui è stata impedita la vendita ammonta a circa 305 milioni di euro. Tra i beni sequestrati vi sono criptovalute, attualmente custodite in un wallet così da impedirne la movimentazione, nonché oro, platino e orologi dal valore importante che erano detenuti in una cassetta di sicurezza in Austria, tempestivamente perquisita e sequestrata con la collaborazione delle autorità austriache.
Nei giorni scorsi grazie alla collaborazione della Gdf con l'Ufficio italiano presso Eurojust, l'Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale sono state eseguite richieste di accertamenti bancari e l'esecuzione in Austria di un sequestro di beni emesso dal Gip del Tribunale di Rimini per 9,7 milioni che ha riguardato immobili, quote societarie e veicoli. Altre due persone sono finite iscritte nel registro degli indagati.

L'indagine iniziale, aveva visto il supporto di 44 Reparti territorialmente competenti aveva portato 35 misure cautelari e oltre 80 perquisizioni in Emilia Romagna ed in contemporanea in Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sicilia, Toscana, Trentino e Veneto: 12 gli arresti.







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