Giovanissime ungheresi sfruttate da una banda di loro connazionali

Erano arrivate in Italia sapendo cosa le aspettava. Ma ogni passo indietro erano punito con botte e la minaccia di ritorsioni sulla famiglia rimasta in patria. Tutte poco più che ragazzine, appena maggiorenni ed ungheresi come i loro sfruttatori, che facevano una spola continua tra Rimini e l'Ungheria per avere un ricambio sempre fresco da offrire sulla Statale. Le portavano ogni sera nelle piazzole dei distributori, dall'uscita della Marecchiese ai confini con Riccione. Il giro d'affari tipico della prostituzione da marciapiede, mille euro a notte, finiva interamente nelle tasche della banda. L'operazione della Squadra Mobile è iniziata a febbraio perché una delle giovani prostitute era stata trovata con una dose di cocaina. Un servizio in più, oltre a quello della prestazione sessuale.
Il blitz all'alba, nel residence di Marina Centro dove alle giovani era garantito vitto e alloggio. 6 le ordinanze di custodia cautelare emesse, 4 quelle eseguite. L'unico italiano e l'unico con precedenti è un siciliano di 48 anni, Pietro Gervani, il tassista delle ragazze. Le accompagnava e le avvertiva in caso di controlli delle forze dell'ordine. Come gli altri tre deve rispondere di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Altri due sono riusciti a fuggire.
Nel video l'intervista a Nicola Vitale, dirigente della Squadra Mobile

Sara Bucci

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