Gran Bretagna: 'rete' di pedofili nel calcio giovanile, uno scandalo dai contorni ancora indefiniti

Dovrebbe essere il luogo in cui si impara a crescere confrontandosi con altri bambini, in sicurezza. Ma in certi casi il campo da calcio può essere uno spazio diverso da quello che ci si immagina. Una 'rete' di pedofili nascosti negli spogliatoi dei club giovanili britannici. E' l'immagine – ancora ipotetica – che emerge dopo le testimonianze di ex calciatori, oggi adulti, vittime di abusi da parte dei loro allenatori.

Una storia sconosciuta per decenni che ora viene allo scoperto tramite le testimonianze di chi quelle violenze racconta di averle subite. Uno dei primi a denunciare è stato Andy Woodward, ex-calciatore, oggi 43enne. Alla sua si sono aggiunte altre voci ed è scoppiato lo scandalo, tanto che la Football Association – la federazione inglese – ha aperto un'inchiesta. I testimoni parlano di abusi ripetuti, risalenti a decenni fa. Il primo degli accusati è Barry Bennell, 62 anni, già allenatore delle giovanili del Manchester City, in passato condannato per abusi su minori. Una vicenda che fa riflettere e mette in allarme.

Per tutelare i più piccoli, ci sono strumenti di controllo, come quelli richiesti dalla Uefa e adottati a San Marino. Si tratta di certificazioni richieste ad allenatori e a chi ha a che fare con le giovanili. Lo ha spiegato Alessandro Giaquinto, responsabile Fsgc del settore giovanile. Le dimensioni ridotte della Repubblica e il fatto di conoscersi tutti, poi, spiega Giaquinto, consentono di controllare meglio la situazione.

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Nel servizio, l'intervista ad Alessandro Giaquinto, responsabile Fsgc settore giovanile

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