Grecia: si ipotizza il dolo per l'incendio che ha provocato oltre 70 vittime e centinaia di feriti

La popolare località turistica di Mati praticamente non esiste più, ridotta ad un cumulo di cenere  dai due focolai che a Nord-Est di Atene, circondata dalle fiamme.

Continua ad aggiornarsi il bilancio  delle vittime, 74 finora accertate, dopo più di 24 ore di incendio in due grandi foreste che lambiscono la capitale e che centinaia di vigili del fuoco non riescono a domare, anche a causa del forte vento. Le cause di quelle fiamme che hanno raggiunto e carbonizzato corpi di madri e figli trovati abbracciati sulla spiaggia, nelle ville o in fuga in auto, sono ignote ma il governo greco, che ha indetto tre giorni di lutto nazionale, sospetta fortemente che siano di natura dolosa: 47 roghi in 24 ore, nello stesso momento focolai diversi, facile ci sia la mano dell'uomo dietro. In molti hanno trovato la morte in mare, nell'ultimo disperato tentativo di sfuggire al fuoco e al fumo, che è arrivato   denso, fin sulla capitale, costringendo alla chiusura della principale autostrada di collegamento con il Peloponneso. E mentre altri roghi  minacciano Corinto, la Grecia chiede aiuto all'Ue; la gara internazionale di soccorsi servirà a questo paese piegato dalla crisi, che fatica a fronteggiare il peggior  incendio scoppiato negli ultimi 11 anni. 

Gli incendi di boschi e macchia mediterranea sono frequenti in estate in Grecia, soprattutto nella zona verde intorno alla capitale. Gli ultimi incendi devastanti sono del 2007, in Grecia uccisero nel Peloponneso 77 persone, mandando in cenere oltre 250.000 ettari di bosco e macchia. 

Nel servizio Dimitrios Mihoudis, giornalista Stampa Estera

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