GIUDIZIARIA

Il "pirata" Giulio Lolli: l'11 febbraio prossima udienza in Corte d'Assise

E' accusato di terrorismo ma lo stesso Pm Colaiocco ha depositato sentenza libica in cui si afferma che invece è stato condannato per altri reati. Sul fronte "Rimini Yacht" probabile appello per smontare anche l'associazione a delinquere

L'ex patron di Rimini Yacht Giulio Lolli, pur condannato a 4 anni mezzo per associazione a delinquere, per il tribunale di Rimini, dovrebbe essere libero ma resta in carcere in custodia cautelare a Rossano Calabro, per un'altra vicenda.


Al rientro in Italia, estradato dalla Libia il 1° dicembre 2019, Lolli venne immediatamente arrestato con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al terrorismo e al traffico d'armi. Nella prima udienza del processo, in Corte d'Assise a Roma, lo scorso 15 ottobre, il colpo di scena. Il Pm Colaiocco ha depositato la sentenza libica dalla quale si evince che nel paese nordafricano non è stato condannato all'ergastolo per terrorismo ma per l’attività di broker nella vendita di imbarcazioni e perché straniero intromessosi nella guerra civile. Se, come possibile, l'accusa di terrorismo dovesse cadere, la posizione di Lolli verrebbe ridimensionata. Il processo prosegue e l'11 febbraio è attesa la prossima udienza.
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Intanto a Rimini, pochi giorni fa, si è concluso il processo di primo grado per la vicenda degli stessi yacht – almeno 38 – venduti ad acquirenti diversi con un sistema truffaldino basato su due pilastri: le finanziarie sammarinesi che facevano i leasing, e i registri navali, quello del Titano e quello italiano che non comunicavano. Lolli, che ha ammesso le truffe, anche se oramai prescritte, è stato condannato a 4 anni e mezzo, per associazione a delinquere, mentre per gli altri reati contestati nel processo Rimini Yacht è stato assolto e il Giudice Raffaella Ceccarelli ne ha disposto l'immediata liberazione, se non detenuto per altra causa.

Lolli, collegato in video conferenza dal carcere di Rossano Calabro, alla lettura del dispositivo, ha esultato, nonostante debba effettivamente restare in cella in custodia cautelare per l'altro processo. Una condanna, quella a Rimini, che per lui è stata quasi una vittoria. E intanto il suo avvocato Antonio Petroncini ha già preannunciato appello per far cadere anche l'accusa di associazione a delinquere, sostenuta dal Pm Ercolani, alla luce delle condanne già patteggiate dai suoi due presunti associati di fronte al Gip nel maggio 2015.
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