“Ho totale fiducia nell'operato della Magistratura; mi auguro venga fatta chiarezza anche in merito alla posizione delle due persone che - nel corso degli anni – hanno rappresentato San Marino nel CdA di Aeradria”. Commenta così gli ultimi sviluppi della vicenda giudiziaria, il segretario di Stato con delega ai trasporti Marco Arzilli, che ricorda comunque la posizione marginale della Repubblica in seno alla società che gestiva il “Fellini”. L'auspicio di Arzilli è che lo scalo ritorni operativo al più presto. Profondamente amareggiato – invece – Corrado Carattoni, che risulta tra gli indagati. “Penso che questo clamore mediatico – afferma - possa nuocere alla mia immagine, che è quella di una persona che ha sempre servito il suo Paese; e proprio per spirito di servizio aveva deciso di rappresentarlo nel CdA di Aeradria”. “Darò incarico ad un legale di informarsi, presso il competente Tribunale, se – e sottolineo “se” - vi siano addebiti a mio carico. Sono venuto infatti a conoscenza della cosa dalla stampa”. False comunicazioni sociali in danno dei soci o dei creditori: questa l'accusa contestata a Carattoni, che non ci sta. “Il mio ruolo nel CdA risale a tanti anni fa: un periodo nel quale non c'era alcun sentore della possibilità che Aeradria potesse fallire. In Consiglio di Amministrazione esaminavamo un bilancio già controllato e certificato dai revisori dei conti. Tutto risultava perfettamente legale e le passività sotto controllo”. L'altro sammarinese indagato è Giovanni Conti, che più di recente aveva fatto parte del Consiglio di Amministrazione della società poi fallita. Quest'ultimo – tuttavia - si trincera nel più assoluto riserbo.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
Riproduzione riservata ©
