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Inchiesta l'Espresso: nuova bufera su Armando Siri

Decisivo il ruolo degli organismi di vigilanza di San Marino. I giornalisti del settimanale parlano, tra le altre cose, di un “esponente istituzionale” che avrebbe caldeggiato la concessione del mutuo all'ex sottosegretario leghista.

26 lug 2019
Foto da "L'Espresso"Foto da "L'Espresso"
Foto da "L'Espresso"

Una nuova pesantissima ombra, su Armando Siri, l'inchiesta che sarà pubblicata su l'Espresso, in edicola domani; e che mostra anche due presunte comunicazioni riservate dell'AIF a Banca Centrale. Gli elementi “nuovi”, in questo ennesimo capitolo dell'”affaire” riguardante il senatore leghista, sono diversi, e vengono tutti dal Titano. Si parte dall'ormai noto mutuo estero di BAC, ottenuto lo scorso anno dall'allora viceministro delle Infrastrutture, per acquistare un immobile nel Milanese, da intestare però alla figlia. L'Espresso – citando i risultati di “un'indagine ispettiva ordinata da BCSM” - parla di un prestito di 750.000 euro, cifra superiore, dunque, rispetto a quella indicata in precedenza dai media; ad un tasso “di favore” del 2,125%, con un preammortamento di 3 anni. Ma soprattutto – avrebbe annotato l'AIF – senza alcuna garanzia. A decidere il finanziamento – affermano gli autori dell'articolo – il DG di Banca Agricola Commerciale Marco Perotti. Tutto ciò, secondo il settimanale, con documenti bancari che risulterebbero “spariti, cancellati o alterati”. In aprile, inoltre, l'Agenzia di Informazione Finanziaria avrebbe segnalato il fatto che l'esponente della Lega risultava indagato per corruzione, “con riferimento – si legge nell'inchiesta – ad agevolazioni in favore di imprese considerate vicine all'imprenditore pregiudicato Vito Nicastri. E poi un particolare, che di certo scatenerà in Repubblica non poche polemiche. “Il finanziamento al senatore – afferma infatti l'Espresso – risulta caldeggiato anche da un esponente istituzionale di cui la BAC non fa il nome”; “probabilmente – continua l'articolo – è un politico di San Marino”. Il Direttore della banca avrebbe giustificato davanti al cda la concessione del prestito, parlando dell'interesse nell'”avere scambi” - “considerata l'importante posizione del sottosegretario” - “per creare una relazione di lunga durata”. Ma non è finita qui, perché nell'articolo si parla di un altro prestito decennale fino ad ora sconosciuto, denunciato dall'AIF “tra maggio e giugno scorsi”. 600.000 euro, anche in questo caso “senza le normali garanzie e al di fuori delle procedure”. Il beneficiario sarebbe la TF Holding srl; società italiana controllata da “due baristi milanesi”, e “presentata” a BAC dal “capo segreteria” del senatore della Lega, e acquirente “di una mansarda” nella “famosa” palazzina di Bresso. Due finanziamenti, insomma, caratterizzati da una lunga serie di anomalie, che avrebbero indotto l'AIF a denunciare alla Magistratura sammarinese, un “sospetto misfatto di amministrazione infedele”, addebitabile al Direttore Perotti “e in parte al suo vice”. Gli atti sarebbero stati già trasmessi per rogatoria anche alla Procura di Milano.


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