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Inchiesta Sopaf-Carisp: i soldi versati in conti correnti italiani e poi trasferiti all'estero

23 set 2014
Inchiesta Sopaf-Carisp: i soldi versati in conti correnti italiani e poi trasferiti all'esteroInchiesta Sopaf-Carisp: i soldi versati in conti correnti italiani e poi trasferiti all'estero
Inchiesta Sopaf-Carisp: i soldi versati in conti correnti italiani e poi trasferiti all'estero - C'è un filo diretto fra il Tribunale di San Marino e la procura della Repubblica di Milano per il ca...
C'è un filo diretto fra il Tribunale di San Marino e la procura della Repubblica di Milano per il caso Sopaf-Cassa di Risparmio, aperto nell'aprile scorso, quando il Commissario della Legge, Laura Di Bona, titolare dell'inchiesta, ha inviato una rogatoria internazionale ai colleghi milanesi. Da quella richiesta, che mirava a fare luce sulla “controversa cessione della partecipazione di Sopaf in Delta”, come scrive lo stesso pubblico ministero, Gaetano Ruta, ha avuto origine l'accertamento dei movimenti di denaro dei fratelli Magnoni e non solo, che ha portato a scoprire una serie di versamenti considerati dai magistrati lombardi “privi di giustificazioni economiche”. Elementi contenuti nell'ordinanza che ha portato in carcere cinque componenti della famiglia Magnoni, che a vario titolo controllava la Sopaf Spa, insieme ad altre 15 persone, fra cui un romagnolo, nato e residente a Meldola. Gravi le accuse, che vanno dall'associazione a delinquere alla bancarotta fraudolenta, dalla frode fiscale alla truffa aggravata, dal riciclaggio all'appropriazione indebita. E' proprio in questa indagine che si intrecciano gli interessi dei due tribunali. Il Commissario di Bona, come ormai noto, ha diviso in due tronconi l'indagine: separando il reato di “amministrazione infedele”, per la plusvalenza delle azioni acquistate dalla Cassa di Risparmio impegnando almeno 35 milioni di euro in più rispetto al valore stimato, e per quella somma di 15 milioni di euro per una non ben identificata consulenza. Per questo sono stati inviati avvisi di garanzia ai componenti del consiglio di amministrazione della Cassa alla data del 31 luglio 2009, quando è stato sottoscritto un accordo che avrebbe dovuto comporre “le controversie esistenti o potenziali relative a Delta SpA”, come si legge nel documento. La seconda tranche dell'indagine del commissario Di Bona, si riferisce al presunto reato di corruzione e per questo mira a ricostruire il percorso del denaro versato. Dalle prime verifiche, eseguite dalla Guardia di Finanza su incarico del pubblico ministero, Gaetano Ruta, quell'enorme flusso di denaro è uscito dal conto corrente della Sopaf acceso presso la Cassa di Risparmio e transitato su alcuni conti correnti in diverse banche italiane. Di lì, quei denari sono stati trasferiti, attraverso numerose operazioni, sui conti di società con sede all'estero; dal Lussemburgo alla Svizzera, dall'Irlanda alla Cina.

Sergio Barducci

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