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Incidente mortale: camionista condannato ad 8 mesi di prigionia

Giornata di udienze in Tribunale. Sentiti nuovi testimoni nel processo per riciclaggio che vede fra gli imputati il pugliese Massimiliano Marra

18 nov 2021

Vi è un rischio molto forte di condannare un innocente, ha ammonito la Difesa nell'arringa conclusiva. Era il febbraio del 2019 quando l'imputato – un camionista – investì il 69enne Alessandro De Ales, mentre attraversava la superstrada, sulle strisce pedonali, a ridosso del Confine di Dogana. Impatto rivelatosi fatale: l'uomo spirò infatti due giorni dopo al Bufalini di Cesena; da qui il processo per omicidio colposo, giunto oggi all'epilogo. I legali hanno fra le altre cose affermato come la velocità del mezzo pesante, al momento del sinistro – si è parlato di 39 chilometri orari -, fosse da considerarsi prudente, per quella situazione. Sottolineata anche la non prevedibilità della dinamica. Non è inoltre stato accertato – ha aggiunto la Difesa – se vi fosse un concorso di colpa.



Nella citazione a giudizio – tuttavia – il conducente del mezzo era accusato di aver omesso di regolare la velocità e la condotta di guida in prossimità di strisce pedonali. La Procura del Fisco, nella requisitoria, ha chiesto una condanna ad 11 mesi. Ritoccata al ribasso dal Giudice Battaglino, che ha deciso per 8 mesi di prigionia, con i benefici di legge. Nel pomeriggio, invece – davanti al Commissario della Legge Morsiani -, nuova tappa del processo per riciclaggio, che vede alla sbarra il pugliese Massimiliano Marra, sua moglie e la suocera. Secondo l'accusa i 3 avrebbero a vario titolo trasferito, occultato e movimentato - sul Titano - quasi 1 milione e 200.000 euro, ritenuti frutto di reati quali associazione a delinquere di tipo mafioso, truffa ai danni dello Stato, frode informatica ed estorsione. Sentiti oggi 3 testimoni; in particolare per ricostruire l'operatività di Marra, nell'ambito di una finanziaria sammarinese finita successivamente in liquidazione volontaria. Obiettivo della Difesa è dimostrare come i fondi trasferiti sul Titano derivassero in realtà dai proventi dell'attività imprenditoriale dell'imputato. Ricostruzioni – quelle sui titoli oggetto delle contestazioni - estremamente complesse; il Procuratore del Fisco ha richiesto allora la trasmissione all'AIF di una corposa documentazione, per un parere tecnico. D'accordo sul punto anche i legali degli imputati. La prossima udienza è stata fissata per la fine di febbraio.





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