La vicenda contestata, legata ad uno dei tanti rivoli della parabola CIS, è legata alla cessione di un resort in Tunisia, il Kelibia Beach, ed alle operazioni di finanziamento effettuate attorno a questo villaggio. Tra gli imputati l'ex AD della banca Daniele Guidi, la commercialista Maria Stefania Lazzari e l'imprenditore Andrea Tommasi, titolare della società alla quale Guidi aveva dato incarico di ricercare compratori per il villaggio. Benché tecnica, l'udienza ha toccato i due elementi forti della vicenda. Uno riguarda la vicenda dell'incarico per la ricerca di un acquirente del resort, dal momento che l'esposto partì proprio per la mancanza di prove di attività effettivamente svolte in questo senso. Le testimonianze ascoltate oggi tuttavia- due consulenti di Promovacanze (l'Srl cui- secondo l'accusa- sarebbero stati concessi affidamenti milionari per l'acquisto) hanno confermato l'effettività dell'operazione Kelibia, che aveva un suo piano di recupero.
Testimoni citati- è opportuno specificarlo- dalle difese. L'altro filone forte, un nervo scoperto già emerso in procedimento paralleli della cosiddetta “galassia cis” è il credito “Kelibia” svalutato per 21 milioni “impropriamente” secondo difese e consulenti, anche per via delle note conseguenze (nel patrimonio della banca figuravano infatti garanzie sul villaggio). A questo proposito sono stati ascoltati due funzionari di Banca Centrale, che ai tempi – tra il 2018 ed il 2019- erano parte del gruppo ispettivo in merito alla posizione debitoria di Promovacanza in Cis. Un'occasione per approfondire le questioni legate alla garanzia di pegno acquisite dalla Banca per l'operazione del resort, che BCSM non ritenne garanzia adeguata ma non è emerso granché anche per via del fatto che uno dei due funzionari- che nel frattempo ha lasciato Banca Centrale- non aveva potuto consultare gli atti. Prossima udienza, il 27 marzo, per ascoltare gli ultimi due consulenti. Le conclusioni inizieranno il 15 maggio