Maxi sequestro al Porto di Rimini: 1.500 kg di pesce azzurro alterato

Tre pescherecci su dieci innaffiavano il pescato sul molo con una sostanza che consente di ravvivarlo, sbiancarlo, renderlo brillante. Il tutto per farlo apparire fresco anche nei giorni successivi. La sostanza chimica, comunemente nota come 'acqua ossigenata' non è dannosa per sé ma espone i consumatori al rischio di mangiare ciò che non è fresco come appare. Comandanti ed armatori dei tre motopescherecci sono stati deferiti in stato di libertà alla Procura per frode nell'esercizio del commercio e per uso di additivi vietati sugli alimenti.
Il maxi sequestro di pesce azzurro al porto di Rimini rientra nel concetto della cosiddetta “agropirateria” quelle condotte attraverso l'uso di additivi che legali o illegali migliorano l'aspetto del prodotto. Milena Libretto, dirigente dell'unità di Igiene Alimentare dell'Ausl di Rimini parla di un procedimento ben noto e la conferenza stampa diventa occasione per qualche consiglio in vista della cena della Vigilia: , rivolgersi a persone di fiducia, diffidare di pesce troppo economico e dei prodotti che vengono presentati in soluzioni acquose e ghiaccio, nelle classiche cassette di polistirolo. Fossero freschi non ne avrebbero bisogno.
Nel video l'intervista a Ferruccio Nardacci, Comandante Compagnia Carabinieri di Rimini

S.B.

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