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Medico riminese arrestato: con 250 euro rilasciava green pass falsi

Nei guai sanitari no vax che avevano ottenuto il certificato senza puntura

7 apr 2022
Medico riminese arrestato: con 250 euro rilasciava green pass falsi

Sono 28 gli indagati nell'inchiesta dei Nas di Bologna. Aveva stabilito persino la tariffa: 250 euro per green pass falso. L'operazione dei carabinieri dei Nas di Bologna, coordinati dalla Procura della Repubblica di Rimini, colpisce al cuore una intera categoria. Da una parte un medico di famiglia e odontoiatra, riminese, 59 anni, che esercita a Cattolica e che da stamattina si trova ai domiciliari con le accuse di falso in atto pubblico, falso ideologico e corruzione. Dall'altra sanitari, inizialmente sospesi perché non vaccinati, che si erano rivolti a lui per ottenere il certificato verde senza puntura al braccio.

Proprio nel momento in cui l'Italia era alle prese con l'ondata della variante più contagiosa del Covid 19. Ad aiutarlo a procacciarsi i pazienti due persone di sua fiducia, che prendevano una provvigione ad ogni nuovo reclutamento. Ad insospettire l'Ausl sarebbe stata l'alta percentuale di vaccinazioni di cittadini non residenti nei comuni di Cattolica e circondario. Nei numeri il campanello d'allarme: 224 green pass, 107 rilasciati dal medico di base a pazienti residenti fuori provincia. L'inchiesta, partita nell'ottobre del 2021, si è allargata velocemente: ventotto in totale le persone indagate, tra cui un minorenne, sette i sanitari che hanno ricevuto le misure interdittive del divieto di esercizio della professione. Tra questi due farmacisti,  una ginecologa, una psicologa e un fisioterapista di Faenza e un altro fisioterapista di Napoli.



I Nas, coordinati dal  pm Paolo Gengarelli, hanno scoperto come il medico di base inserisse nel terminale dell'azienda sanitaria la falsa attestazione della somministrazione del vaccino anti Covid-19 che in realtà non eseguiva. Con la vaccinazione, i pazienti ottenevano il Green Pass e, nel caso dei professionisti, anche la possibilità di lavorare. Perquisite le abitazioni degli indagati e gli ambulatori in cui il medico- che a questo punto rischia la radiazione- esercitava.





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