Logo San Marino RTV

Mercedes per Assad sequestrate a San Marino: è giallo

5 gen 2013
Mercedes per Assad sequestrate a San Marino: è gialloMercedes per Assad?
Mercedes per Assad? - Rimpalla la notizia, diffusa anche da agenzie e testate importanti, del sequestro di alcune Mercedes...
La notizia era di quelle ghiotte e in poco tempo ha fatto il giro del mondo, soprattutto sulla rete internet. E non poteva essere diversamente, visto il nome altisonante del personaggio che sarebbe stato coinvolto: il leader siriano Bashar al-Assad. Immediate le nostre verifiche presso tutti i soggetti interessati e le autorità preposte a questo genere di interventi giudiziari; risultato: nessun sequestro di questa natura risulta essere stato fatto a San Marino. Eppure la notizia arrivava da Riad, la capitale dell'Arabia Saudita, che a Damasco è geograficamente abbastanza vicina, anche se separata da Giordania e Iraq. Comunque le Agenzie avevano battuto la notizia del sequestro citando il sito del quotidiano saudita Aljazeerah e fonti del palazzo presidenziale siriano. Si parlava di tre Mercedes blindate, con tanto di apparecchiature antibomba e filtri contro gas tossici, del costo di mezzo milione di euro l'una. Sempre secondo la notizia diffusa in rete, a segnalare la cosa sarebbe stata la stessa casa automobilistica tedesca, che dopo aver scoperto che le tre auto erano destinate al presidente siriano, avrebbe avuto qualche ripensamento. Insolita anche la procedura. Le auto si dicevano spedite dalla Germania a San Marino da cui avrebbero dovuto raggiungere un porto italiano e partire alla vota di Damasco. Sul Titano però tutti cadono dalle nuvole e nessuno sembra aver eseguito la confisca in questione. Allora viene da chiedersi da dove nasce la notizia e perché in un intreccio di questo genere ci finisce il nome di San Marino. Dire che si tratta di una sonora bufala verrebbe spontaneo ma l'esperienza insegna che su certe cose bisogna sempre tenere occhi e orecchie aperte. Chissà! Nei prossimi giorni forse si saprà qualcosa di più, o forse no.

Sergio Barducci

Riproduzione riservata ©