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Miliardi in paradisi fiscali, scandalo fa tremare vip

4 apr 2016
Panama PapersMiliardi in paradisi fiscali, scandalo fa tremare vip
Miliardi in paradisi fiscali, scandalo fa tremare vip - In Panama Papers leader e re, da Putin a Xi. Ci sono anche Montezemolo e Trulli
307 giornalisti di 76 Paesi hanno passato al setaccio lo sterminato archivio di documenti denominati Panama Papers, fatti filtrare dallo studio legale specializzato in paradisi fiscali Mossack Fonseca che ha sede a Panama ma anche uffici nei 5 continenti, da Miami a Hong Kong a Zurigo. I Panama Papers gettano l'ombra del sospetto su fortune riconducibili all'entourage di Vladimir Putin e del suo nemico ucraino Poroshhenko, dai familiari del leader cinese Xi Jinping, al re saudita, dal defunto padre di David Cameron, a Luca Cordero di Montezemolo, da banche italiane, a primi ministri e loro parenti, ai criminali, da personaggi dello spettacolo e dello sport come Leo Messi, a funzionari d'intelligence, a celebrità varie. Tutti uniti, stando alle prime rivelazioni, da una gigantesca rete di banche e consulenti in grado di dirottare di nascosto da ogni controllo di legalità, verso discreti isolotti off-shore, masse di denaro: miliardi e miliardi di dollari. 11 milioni i documenti analizzati, di fatto la più grande fuga di notizie nella storia della finanza e della politica. Carte nelle quali compaiono i nomi di almeno 140 tra politici, personaggi famosi, imprenditori e sportivi e di 12 leader politici tra re, presidenti e primi ministri. l'Espresso evoca Montezemolo, l'imprenditore Giuseppe Donaldo Nicosia, latitante e coinvolto in un'inchiesta per truffa con Marcello dell'Utri, Ubi e Unicredi oltre all' ex pilota di Formula 1 Jarno Trulli, a capo del gruppo imprenditoriale che ha aperto a San Marino "One Gallery Outlet". Trulli è la sua famiglia non sono però residenti in Italia ma vivono in Svizzera da molti anni. Altro denaro risulta riconducibile a 33 sigle o individui inseriti nella lista nera degli Usa per asserite connessioni con i signori della droga messicani, con organizzazioni definite terroristiche come gli Hezbollah sciiti libanesi, con Stati quali Corea del Nord o Iran. E non finisce qui. Perche' a essere toccati dal sospetto sono il mondo dello sport miliardario, con i dirigenti sportivi sudamericani gia' comparsi nello scandalo Blatter, ma anche Michel Platini che, attraverso un portavoce, ha fatto sapere che "i suoi affari sono assolutamente legali". L'elenco continua ad allungarsi di ora in ora. Si aggiungono parenti e persone vicine al presidente siriano Bashar Al Assad, ma anche il defunto Muammar Gheddafi e l'ex presidente egiziano Mubarak.

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