Nei primi interrogatori Gatti tirò in ballo Moretti e Nicolini

Dalle 21 pagine di sentenza di terza Istanza, con cui il Giudice Emiliani ha respinto la scarcerazione di Gatti, emergono dettagli delle "memorie" depositate e dell'interrogatorio dell'ex leader dc di fronte agli inquirenti. Gatti nega di aver sollecitato dazioni di denaro da parte di imprenditori o altre persone, ma nel passaggio dell'ordinanza relativo a “wonderfood” afferma di aver ricevuto un contributo da parte di Moretti “perchè era stato Moretti a fare da mediatore nell'operazione di compravendita” che gli aveva segnalato. Gatti dice anche che l'avvocato Nicolini gli consegnò il libretto al portatore “novantuno” che estinse nel 2007 ed anche che, sempre l'avvocato Nicolini, tra il 1986 e il 1989 gestì per suo conto un centinaio di milioni di lire, derivanti da contributi per sostenere la sua attività politica, precisando di non sapere chi fossero le persone che fornivano quei contributi. Gatti dice anche che era “fatto noto che le licenze fossero oggetto di vendita e che i Segretari competenti ne traessero vantaggi”. Non solo: in un altro passaggio, riportato nella sentenza di terza istanza, dice di aver sentito dire che in taluni casi esponenti politici partecipavano a operazioni immobiliari e operazioni commerciali facendosi riconoscere una percentuale. Gatti, inoltre, sostiene che le affermazioni di Stolfi, a proposito di Banca Commerciale e Fin Project:“sono assurde, false e prive di ogni fondamento".

l.s.

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