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Nel giorno dei periti, l'udienza della Tangentopoli sammarinese affonda nei tecnicismi delle carte

8 giu 2016
aula udienze tribunaleLa Tangentopoli sammarinese affonda nei tecnicismi delle carte
La Tangentopoli sammarinese affonda nei tecnicismi delle carte - In aula, la perizia calligrafica sulla firma di Fiorenzo Stolfi. Le firme erano le sue.
In aula, la perizia calligrafica sulla firma di Fiorenzo Stolfi, richiesta dal pool di magistrati che indaga sul processo alla corruzione della politica, inchioda l'ex segretario di Stato agli Esteri con quella che il professore Pacifico Cristofanelli -che ha deposto come testimone- definisce “certezza tecnica”. Insomma sarebbero di Stolfi, che si era invece recato spontaneamente dal commissario Morsiani certificandole come non sue, le firme utilizzate per i prelievi fatti a suo nome dal Conto Mazzini. Al legale della difesa Simone Menghini che chiedeva se la percentuale del sistema utilizzato fosse assoluta o meno, il perito ha risposto con la precisione con cui hanno aderito gli elementi nell'elevato numero di sottoscrizioni a disposizione. Ma c'è una carta che l'avvocato, che preferisce non rilasciare dichiarazioni, giocherà a suo favore: due diverse penne utilizzate nelle tre sottoscrizioni di una stessa operazione.
Tecnica anche la lunga testimonianza di Manuela Graziani, commissario liquidatore nominato dal tribunale per la Fondazione per la Promozione Economica e Finanziaria sammarinese, che faceva capo a Pietro Silva e di cui nella indagine si fa continuo riferimento: secondo l'accusa infatti Podeschi avrebbe raccolto denaro poi confluito nei conti correnti presso BCS. La commercialista esaminò la documentazione bancaria, incontrò Silva- che le parlò di una attività che al contrario del nome non si sviluppò mai nonostante i grandi progetti, rilevò negli estratti conto movimenti bancari consistenti soprattutto relativamente a bonifici provenienti dall'estero, con causali dalle parole spezzate, a favore di personaggi noti come Podeschi. Elementi che la spinsero a scrivere una relazione finale che invitava ad approfondire eventuali profili di illiceità civili e penali, anche per via delle normative antiriciclaggio nel frattempo entrate in vigore anche per le Fondazioni. La Graziani è stata anche commissario liquidatore della Penta Immobiliare, pertanto l'udienza ha approfondito il filone della società, una delle 6 rinviate a giudizio, che secondo l'accusa costituiva uno schermo per consentire ai soci di acquisire immobili senza pagarne il pezzo.

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