Omicidio Rimini, lunedì al via l'iter burocratico per il rimpatrio della salma

Ancora buio sul movente, ma gli investigatori della Squadra Mobile tentano di ricostruire il quadro partendo dagli ultimi istanti di vita Makha Niang, il 27enne senegalese ucciso con due colpi di pistola nella notte tra martedì e mercoledì. Il giovane aveva fatto serata con gli amici, tutti senegalesi, per poi allontanarsi attorno alle 23,30, a bordo della sua bici. In via Coletti, seduto su una panchina, aspettava una donna, una prostituta a cui avrebbe telefonato diverse volte e che è già stata ascoltata. Secondo un testimone i due colpi che l’hanno ucciso sarebbero stati sparati dall’interno di un Suv nero, che ha attraversato la strada con il finestrino lato passeggero abbassato. “Si faccia chiarezza il prima possibile” è l’esortazione della amministrazione comunale. Il Vicesindaco Gloria Lisi, ha incontrato il padre ed il fratello del giovane. Con loro Seck Papa Modou, in rappresentanza della numerosa ed integrata comunità senegalese a Rimini. “Siamo al fianco degli investigatori e delle forze dell'ordine – ha detto il vice sindaco- per ogni possibile aiuto necessario alla risoluzione di questo tragico e orrendo episodio”. Da lunedì l’iter burocratico per il rimpatrio della salma di Niang in Senegal.

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