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Ordinanza Gatti: le gravi responsabilità del mondo economico “nel regime di diffusa corruttela” instaurato dalla politica

24 ott 2015
Ordinanza GattiOrdinanza Gatti: le gravi responsabilità del mondo economico “nel regime di diffusa corruttela” instaurato dalla politica
Ordinanza Gatti: le gravi responsabilità del mondo economico “nel regime di diffusa corruttela” instaurato dalla politica - Non è affatto esente da gravi responsabilità il mondo economico nella ramificazione del malaffare me...
Non è affatto esente da gravi responsabilità il mondo economico nella ramificazione del malaffare messa in atto dalla politica. Protagonista e complice del lungo processo involutivo che ha travolto il sistema al pari dei politici di professione. Ex Grey&Grey, Centro uffici, Bcs, Fin Project, Banca del Titano, Wonderfood: la magistratura chiama in causa e usa parole implacabili mettendo nero su bianco come “la 'soffocante' assistenza alle imprese prestata dai vari boiardi (ovvero le alte sfere politico-istituzionali con in mano le leve del potere) abbia prodotto l'effetto di aggravare il deficit di legalità e, conseguentemente, le possibilità di sviluppare una economia sana e trasparente. Ad essere favorito con autorizzazioni o licenze – riportano le carte giudiziarie - non era il progetto industriale meritevole, bensì la disponibilità dei singoli imprenditori o professionisti a pagare tangenti alla politica. “Fiorenzo faceva 'questa sì, questa no'”: è Germano De Biagi - ascoltato tra l'altro di recente in qualità di testimone nell'inchiesta - in un passaggio virgolettato dell'ordinanza, a sottolineare l'arbitrarietà con cui l'allora segretario di Stato, Stolfi gestiva le pratiche sottoposte alla sua attenzione. “Una volta fiaccata ogni velleità di creazione trasparente dell'attività di impresa” – continuano i giudici - molti imprenditori hanno preferito negoziare favori con la classe politica, accettando di fatto che le loro sorti dipendessero dalla compiacenza del potente di turno. Quel che emerge dunque è un ritratto impietoso: industriali e professionisti, anch'essi piegati “alle ragioni del portafoglio” e risucchiati da un sistema corruttivo che ha coinvolto “sia partiti di maggioranza, sia di opposizione seppur in minor misura”. Una dinamica di reciproco arricchimento illecito – spiegano dal Tribunale – agevolato da chi come Gabriele Gatti, forte delle sue entrature e dell'indiscussa centralità politica, era in grado da solo di fiutare tangenti e di smistarle ai suoi fiancheggiatori. Ieri intanto è stata una giornata di interrogatori: dopo aver sentito per un paio d'ore in mattinata Clelio Galassi, i commissari della Legge Buriani e Volpinari si sono recati nel pomeriggio ai Cappuccini per la seconda audizione di Gatti, in carcere da otto giorni, alla presenza – riporta L'Informazione - degli avvocati difensori Filippo Cocco e Paride Bugli. Un interrogatorio di circa tre ore e mezza su cui, come per il primo, vige il massimo riserbo, ma l'ipotesi che stavolta l'ex uomo di punta della Dc abbia fornito una sua ricostruzione dei fatti contestati appare plausibile.

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