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Presunto riciclaggio: sentiti alcuni ex dipendenti Asset nel processo contro Massimiliano Marra

Nuova udienza, questa mattina, del processo che vede alla sbarra l'ex imprenditore pugliese insieme alla moglie e alla suocera. Nuove testimonianze il 27 gennaio. Attesa per l'ormai prossima sentenza italiana

21 nov 2022

È la complessità il tratto comune dei procedimenti per riciclaggio; dovendosi dimostrare l'eventuale provenienza lecita dei fondi: “prova diabolica”, in genere, per le difese. Nel caso di specie il quadro potrebbe chiarirsi, almeno parzialmente, il 19 dicembre, con la sentenza del processo nato dall'inchiesta “Dirty slot” della DDA di Lecce, e che vede proprio Massimiliano Marra fra gli imputati. Possibili risposte, allora, sulla sussistenza o meno del cosiddetto “reato presupposto”. In questo caso si parla anche di concorso esterno in associazione a delinquere di tipo mafioso. Ad avviso degli inquirenti sammarinesi quasi 1 milione e 170.000 euro sarebbero stati occultati in Repubblica da Marra, e poi “dirottati”, tramite bonifici, su conti intestati alla moglie di origine ucraina e alla suocera.

Vicenda che si interseca con la parabola di Asset, dove inizialmente confluirono le somme. Rilevanti, allora, le testimonianze di ex dipendenti della banca, sentiti questa mattina davanti al Giudice Morsiani; inevitabili tuttavia i “non ricordo”, visto il tempo passato. Chiara la linea difensiva: dimostrare come i fondi movimentati derivassero in realtà dall'attività imprenditoriale, nel settore dei giochi, di Marra. Puntando innanzitutto sulla tracciabilità. Problematici, in questo senso, gli oltre 300.000 euro, che stando all'Accusa vennero versati in contanti.

Ma nel frattempo si assistette ad un irrigidimento delle norme antiriciclaggio, che avrebbe limitato l'operatività tramite assegno. Fra le righe delle domande della Difesa, dunque, la volontà di appurare l'eventuale compimento di “operazioni di contante virtuale”, che avrebbero “mascherato” lo “smobilizzo” di assegni - tramite una fiduciaria -, da parte di Marra. Dalle risposte dei testi, però, nessuna certezza. Sul punto è anche stato nuovamente sentito un ex impiegato del commerciale di Asset, peraltro già presente nel processo “Re nero”, e che in una fase aveva gestito il rapporto con l'imputato. Ha ricordato come lo scopo principale di quest'ultimo fosse “bancare assegni”. Irritazione, poi, per una telefonata registrata a sua insaputa da Marra. Prossima udienza testi il 27 gennaio, quando fra l'altro sarà già noto l'esito del processo italiano. Il mese successivo l'epilogo del I grado.





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