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Processo sui soldi provenienti dal Congo: le difese chiedono rogatoria sui 70 milioni riconducibili al Presidente Sassou Nguesso

24 ott 2016
Tribunale di San Marino
Tribunale di San Marino
Nuova udienza per il processo sui 70milioni di euro provenienti dal Congo che, secondo l'accusa, sarebbero stati riciclati a San Marino attraverso la Bcs - Banca Commerciale Sammarinese - e la Business&Financial Consulting, fino all'aprile 2012. I reati presupposti ipotizzati vanno dalla corruzione, alla concussione, alla malversazione. L'ingente provvista di denaro, utilizzata per acquistare oggetti di lusso e immobili sarebbe riconducibile al Presidente del Congo Brazzaville Denis Sassou Nguesso. Oggi sono stati sentiti i testimoni Nicola Veronesi, dell'Agenzia di Informazione Finanziaria, e Gilberto Canuti, direttore di Bcs dal 2001 al 2006. Veronesi ha confermato la relazione Aif che sta alla base dell'impianto accusatorio, affermando che in Bcs venne rilevata una situazione molto carente sul fronte antiriciclaggio.
Canuti ha riferito che l'imputato Stefano Bertozzi operava all'epoca dei fatti come lavoratore subordinato secondo le disposizioni della banca e anche che Chironi aveva buone credenziali e non c'era il sospetto che gestisse fondi di provenienza sospetta.
Il giudice Battaglino si è riservato di decidere sulla richiesta delle difese di inoltrare una rogatoria in Congo Brazzaville, per accertare se ci siano procedimenti penali sui fondi del presunto riciclaggio, riconducibili al Presidente del paese africano. Al vaglio del giudice anche la richiesta di ammissione di altri testimoni e nuove acquisizioni documentali. L'udienza è stata caratterizzata da un acceso scambio verbale tra avvocati difensori e procura del fisco che si è opposta alle nuove istanze istruttorie. Il processo è stato aggiornato al 18 novembre.

l.s.

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