Riccione, nei guai i proprietari del Mulata

E’ stata la cuoca brasiliana nel settembre 2011 a far partire le indagini dei carabinieri di Riccione. Tre mesi dopo aver ottenuto il contratto a tempo indeterminato ha trovato la forza di denunciare il “sistema” vigente all’interno del ristorante. La paga era di poco piu’ di 1400 euro al mese ma diventava di 860 perché i titolari pretendevano la restituzione in contanti di tredicesima, quattordicesima, straordinari e tfr. Chi non accettava queste condizioni veniva isolato e licenziato o indotto a dimettersi con espedienti di vario tipo.
I carabinieri hanno sentito tutti i dipendenti: 20 complessivamente anche se quelli in forza contemporaneamente sono 6 o 7. Contemporanemente i due titolari del Mulata cercavano di sviare le indagini facendo pressione su camerieri e personale per fornire versioni concordate. Ma non sono riusciti ad evitare l’ordinanza di custodia cautelare: V.P, cinquantenne pesarese e il suo socio trentacinquenne dominicano (G.N.J.N.N. le iniziali) ora sono ai domiciliari, ma il loro ristorante, che è uno dei piu’ frequentati di Riccione, resta aperto. Oltre al profilo penale dell’accaduto i due ristoratori dovranno risponderne anche dal punto di vista fiscale all’agenzia delle entrate e per l’evasione previdenziale, all’Inps.
[Nel servizio l'intervista al Capitano Antonio De Lise]

Luca Salvatori

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