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Rimini: omicida tassista cercò di adescare omosessuale, tentando di ucciderlo

10 lug 2014
Rimini: omicida tassista cercò di adescare omosessuale, tentando di ucciderlo
Rimini: omicida tassista cercò di adescare omosessuale, tentando di ucciderlo
"Stavo tornando a casa, attraversando il parco, dopo essere stato in via Fantoni, noto ritrovo per omosessuali. Mentre passavo in bici ho visto un uomo muoversi a scatti, alterato. Mentre passavo accanto, questo mi ha parlato, adescandomi, e attirando la mia attenzione mi ha detto 'cosa cerchi sesso?'. Io rispondo 'sì sì va bene'. Allora quello mette le mani nel giubbotto, e dice 'stamattina ti è andata male'. Poi mi ha sparato, ha sparato per uccidermi. Ha mirato al volto e io ho guardato la pistola e ho guardato la sua faccia". Lo ha raccontato questa mattina ai giudici del Tribunale collegiale di Rimini, l'antiquario riminese di 56 anni, vittima del tentato omicidio avvenuto la notte del 17 giugno 2012 al parco della Cava di Rimini. A processo per quel reato, Marco Zinnanti, il 25enne già condannato a 30 anni di reclusione per l'omicidio di una tassista a Covignano, la mattina del 2 settembre del 2012. Secondo il pubblico ministero Davide Ercolani, che questa volta per Zinnanti ha chiesto il rito immediato, qualche mese prima di uccidere a fucilate il tassista, il ragazzo aveva già colpito al parco della Cava. La matrice omofobica sarebbe la stessa, così come coincide l'identikit fatto dalla polizia grazie alla descrizione della vittima, il modus operandi, l'alterazione nella voce, sarebbe riconducibile a Zinnanti, così come riveste un indizio anche la copia di un quotidiano locale trovato a casa del killer in cui si parlava del tentato omicidio e si pubblicava la foto dell'identikit. Ad inchiodare però Zinnanti è soprattutto la memoria della vittima che lo ha riconosciuto da un servizio al telegiornale, dopo l'arresto per l'omicidio, e poi lo ha confermato sulle foto segnaletiche alla polizia. Oggi sempre lo stesso testimone oculare, nonché vittima dell'omofobia di Zinnanti ha detto che "quella notte non mi aspettavo di trovarmi una pistola davanti, ma un tesserino della Questura. Quando ho capito che mi stava sparando e non avevo modo di fermarlo, ho iniziato a pedalare cercando di scappare. Lui ha sparato ancora e un colpo mi ferito al ginocchio". I giudici si sono riservati di decidere sulla richiesta della difesa, sostenuta da Marco Ditroia, di effettuare una perizia balistica per accertare la compatibilità delle lesioni riportate dalla vittima con la versione agli atti. L'udienza è stata quindi aggiornata al prossimo 18 settembre quando, sarà ascoltato l'imputato Marco Zinnanti.

GB

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