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San Marino: morte neonati, nessuna responsabilità del reparto di ostetricia e ginecologia

30 giu 2016
Miriam Farinelli e Francesco MussoniSan Marino: morte neonati, nessuna responsabilità del reparto di ostetricia e ginecologia
San Marino: morte neonati, nessuna responsabilità del reparto di ostetricia e ginecologia - Ostetricia e ginecologia coinvolta in tre casi – due bimbi morti, uno a pochi giorni dalla nascita,...
Accanto al dolore delle famiglie, la necessità di verificare il percorso seguito, in reparto, da parte delle diverse figure professionali che hanno in carico le mamme e i bambini, i medici come lo stesso personale. Tre casi delicati, per cui proprio in questi giorni si sono tenuti gli audit clinici. E sono proprio i medici del reparto Farinelli, Filippini, Serroni e Martire a informare sull'esito delle audizioni. Due casi avvenuti proprio nell'ospedale di Cailungo: una morte in utero durante la gestazione e la nascita di un bimbo affetto da una patologia grave. Audit clinici condotti da una figura esterna, su nomina del Direttore Generale dell'ISS, che ha condotto valutazioni ad ampio raggio: il comportamento del personale sanitario, i tempi di intervento, i protocolli applicati lungo tutti l'arco temporale di assistenza alle mamme e ai nascituri. Analisi che ha portato ad escludere responsabilità, carenze nell'organizzazione o ritardi nell'assistenza, lacune o errori da parte dei medici e del personale di reparto. Un terzo caso - e sono sempre i medici di ostetricia e ginecologia a segnalarlo – è stato affrontato su iniziativa dell'ospedale questa volta italiano dove è morto un bimbo a pochi giorni dalla nascita,. La mamma era stata seguita a San Marino sia da medici ostetrici sia diabetologi fino al ricovero nella struttura italiana. Ma anche in questo caso, segnala la nota a firma dei 4 medici – non sono state riscontrate responsabilità del reparto.
Una nota che arriva alla vigilia della commissione sanità: domani una seduta che si annuncia calda, con l'audizione della Consulta socio-sanitaria.

Annamaria Sirotti

Di seguito la lettera inviata dai medici

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