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La Segreteria Esteri raccomanda cautela ai connazionali che vanno in Turchia

4 gen 2017
La Segreteria Esteri raccomanda cautela ai connazionali che vanno in Turchia
La Segreteria Esteri raccomanda cautela ai connazionali che vanno in Turchia
La Segreteria agli Esteri ha diffuso una nota che invita alla prudenza i connazionali che dovessero recarsi in Turchia dove si continua a cercare il terrorista che a capodanno ha fatto la strage in discoteca. La polizia italiana intanto ha confermato che la pistola del tunisino Anis Amri è la stessa usata il 19 dicembre a Berlino.


“L'identità dell'autore della strage di Capodanno a Istanbul è
stata accertata”: lo ha detto il ministro degli Esteri turco che però non
non ha fornito l'identità. Secondo un quotidiano filo-governativo turco il nome in codice dell'attentatore sarebbe 'Abu Muslim Horasani', ma la notizia non ha avuto alcuna conferma ufficiale. Intanto l'antiterrorismo turca ha fermato a Smirne altre 40 persone – di etnia uigura e caucasica- ritenute coinvolte nell'attentato di Capodanno e il parlamento di Ankara ha prorogato di tre mesi lo stato di emergenza. Vista la pericolosità della situazione la Segreteria agli Esteri di San Marino raccomanda massima cautela negli spostamenti ai concittadini che volessero recarsi in Turchia e consiglia di portare sempre con sé un documento valido. In caso di difficoltà i sammarinesi potranno rivolgersi al Consolato Generale in Turchia (sanmarino@morova.org +90-216-3720200).
La Polizia Scientifica italiana ha intanto confermato che la pistola usata da Anis Amri nel conflitto a fuoco del 23 dicembre a Sesto S. Giovanni è stata la stessa utilizzata per uccidere l'autista del tir con cui Amri ha compiuto la strage di Berlino del 19 dicembre. La polizia tedesca proprio oggi ha arrestato un tunisino di 26 anni che cenò con il terrorista la sera prima dell'attentato. E' accusato di frode sociale per aver ottenuto sussidi senza averne diritto. Per ora nessuna prova di un suo coinvolgimento nell'attentato eseguito, ormai con certezza, da Amri che – ha rivelato la polizia tedesca – subito dopo la strage, in segno di sfida e spregio, ha anche rivolto il dito medio ad una telecamera di sorveglianza.

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