GIUDIZIARIA

Sido Bonfatti: "Grandoni non aveva alcun ruolo nella gestione di Banca Cis"

Gli imputati sono Daniele Guidi, amministratore delegato e direttore di Banca Cis; il suo vice Marco Mularoni e l'ingegner Marino Grandoni, socio di maggioranza dell'istituto bancario. Sono accusati a vario titolo di appropriazione indebita, frode nell'esecuzione di contratti e violazione della normativa bancaria sul beneficiario effettivo. Al centro del procedimento l'utilizzo, all'insaputa dell'Iss, di milioni di euro dei fondi pensione investiti in pronti contro termine e anche di titoli di clienti privati – anch'essi inconsapevoli - quale garanzia per far ottenere a Banca Cis quasi 9 milioni di liquidità in affidamento dalle banche Efg Lussemburgo ed Efg Bahamas.

Il processo è partito con un esposto presentato dal commissario straordinario di Banca Cis Sido Bonfatti, sentito oggi come testimone. Rispondendo ad una domanda tecnica del giudice Vico Valentini, ha espresso il convincimento che i titoli sottostanti ai pronti contro termine ceduti dalle banche agli investitori, restano di proprietà effettiva delle banche. Dunque, stando a questa interpretazione, Banca Cis poteva utilizzare quei titoli, sottostanti ai pronti contro termine ceduti all'Iss, per farsi prestare denaro. Non poteva farlo, invece, coi titoli detenuti da clienti privati, nei rispettivi conti deposito.

Bonfatti ha anche dichiarato che l'ingegner Marino Grandoni, pur essendo il beneficiario effettivo, non aveva alcun ruolo nella gestione di Banca Cis. Circostanza sostanzialmente confermata anche dal secondo teste audito e cioè l'ex direttore facente funzione di Banca Centrale Giuseppe Ucci. Quest'ultimo ha dichiarato che, per quanto di sua conoscenza, tutte le operazioni erano decise dal direttore ed amministratore delegato Daniele Guidi, mentre le altre figure apicali di Banca Cis davano l'impressione di essere dei meri esecutori.

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