Slot truccate dalla 'ndrangheta: boss a Ravenna

Era stato il giornalista della Gazzetta di Modena Giovanni Tizian a sottolineare, nei suoi articoli, i legami del boss della 'ndrangheta Nicola Femia, meglio conosciuto come “Rocco”, con la criminalità organizzata calabrese. In una intercettazione l'ira del boss è esplosa, mentre era al telefono col faccendiere Guido Torello: “O la smette o gli spariamo in bocca”. Femia, originario di Marina di Gioiosa Jonica, Reggio Calabria, è finito in manette nell'operazione Black Monkey, condotta dalla Finanza di Bologna, 29 ordinanze di custodia cautelare, 18 delle quali in carcere, 150 perquisizioni e altrettanti indagati, sequestri per oltre 90 milioni di euro: il boss, da Ravenna, eletta a sua base operativa, dirigeva una intensa attività illecita nel settore del gioco on line e delle video slot manomesse, in tutta Italia e all'estero, anche con modalità tipicamente mafiose, come estorsioni e sequestro di persona. Non si limitava a produrre e commercializzare gli apparecchi, con schede gioco modificate per occultare i reali volumi di gioco, ma per l'attività illegale online si connetteva a siti romeni o britannici senza concessioni, infine occultava il suo patrimonio con intestazioni fittizie di società, beni mobili e immobili. Tra gli arrestati, oltre ai due figli e al genero del boss, anche un sottufficiale della Finanza di Lugo di Romagna, un altro ex militare della Finanza ed un ex ispettore della polizia di Stato, accusati di informare dall'interno l'organizzazione criminale.

Francesca Biliotti

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