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"Somme ingiustificate ma non contestuali ad autorizzazioni ricevute da imprenditori"

Sentiti i primi testimoni nel processo agli ex Segretari di Stato Gatti e Galassi. Il primo a deporre l'Ispettore del Nucleo Antifrode Paolo Francioni

di Luca Salvatori
24 feb 2022

Il primo testimone a deporre è stato Paolo Francioni, l'ispettore del Nucleo Antifrode che su delega dei Commissari della Legge Alberto Buriani e Antonella Volpinari, ha eseguito indagini sui flussi bancari dei due ex Segretari di Stato imputati nel processo. Gabriele Gatti anche oggi era in aula, così come in tutte le udienze precedenti, mentre Clelio Galassi finora non ha mai partecipato. Incalzato per quasi due ore dal collegio difensivo di Gatti (avvocati Gian Nicola Berti, Paride Bugli, Filippo Cocco) Francioni ha confermato il contenuto del rapporto consegnato all'autorità giudiziaria il 15 ottobre 2015 – due giorni prima dell'arresto - nel quale si afferma che l'ex Segretario di Stato ha ricevuto indebitamente somme di denaro, senza giustificazione o causale, in gran parte attraverso libretti al portatore. Al tempo stesso Francioni ha negato siano emerse contestualità temporali tra le dazioni e le autorizzazioni o le concessioni ricevute da imprenditori. Le operazioni al centro del processo riguardano la licenza bancaria da cui è scaturita Euro Commercial Bank, la convenzione con la Grey & Grey per la realizzazione del Centro Uffici – dove si trova lo stesso Tribunale – e la realizzazione della sede della Wonderfood.




Francioni ha riferito che sui conti di Gabriele Gatti sono stati movimentati 3.491.000 euro ma che non risulta si sia servito di prestanome, né che li abbia trasferiti a famigliari – se non per ragioni trasparenti come rate del mutuo casa – o utilizzati a favore di elettori esteri o altre attività illecite. Durante l'udienza emerse circostanze collegate alle indagini sul Conto Mazzini come la richiesta dell'inquirente Buriani, all'ispettore Francioni, di fotocopiare contenuti di agende sequestrate alla Finproject con appunti su 103 milioni a Zurigo riferibili a Gatti ed altri 3 e mezzo in Lussemburgo. Non corrisponde al vero, secondo l'avvocato difensore di Gatti, Filippo Cocco, che gli imputati nel Conto Mazzini, Gian Luca Bruscoli, Fiorenzo Stolfi e Claudio Podeschi abbiano mai reso testimonianze sostenendo che Gabriele Gatti aveva ricevuto indebitamente somme di denaro, anche se tale presupposto sarebbe stato invece alla base del decreto con cui l'inquirente ha chiesto accertamenti al Nucleo Antifrode. Sentito, brevemente, anche Nicola Veronesi, direttore Aif, all'epoca dei fatti. “Non sono state rilevate anomalie sulle movimentazioni bancarie di Gatti, dopo l'entrata in vigore della legge sull'autoriciclaggio e – ha detto - i bonifici in accredito apparivano prevalentemente frutto di disinvestimento titoli”.

Mentre la difesa Gatti, fin dalla prima udienza, è andata all'attacco, quella di Clelio Galassi sta tenendo una linea più moderata: “Siamo qui per difenderci nel processo e non dal processo. Con grande serenità – commentano gli avvocati Alessandro Petrillo e Alberto Selva – daremo il nostro contributo alla più giusta analisi e valutazione dei fatti che vengono attribuiti al nostro assistito”. Il processo è stato aggiornato al 22 marzo quando saranno sentiti i testimoni Lucia Guidi, Paolo e Stefano Valli, Aldo Simoncini e Alberto Farina.





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