Stalking: sammarinese condannato a 4 mesi di prigionia

Quattro mesi di prigionia per atti persecutori, ovvero stalking. È la condanna decisa dal Commissario della Legge Battaglino nei confronti di un sammarinese che non accettava la chiusura di una breve relazione.

“Ammetto le telefonate, ma non ho mai usato violenza. Mi può mandare in galera, basta che la schiantiamo questa mattina”: così, l'imputato – un sammarinese di 60 anni – nella dichiarazione volontaria resa di fronte al Giudice. Era accusato di atti persecutori nei confronti di una donna di 38 anni di origine straniera con cui aveva avuto una breve relazione.
Lui non accettava la fine della storia e nei primi mesi del 2017 mise in atto il copione tipico delle vicende di stalking. Telefonate ed sms, anche con toni minacciosi, annuncio di atti di autolesionismo, appostamenti nei pressi del posto di lavoro della donna, dipendente della Giochi del Titano. All'uomo era stato anche inibito l'ingresso nella sala di Rovereta e in un caso era intervenuta la Gendarmeria, perché lui l'aveva aspettata nel parcheggio a fine turno e lei aveva paura. Dopo il conseguente contrasto – la parte civile Authority Pari Opportunità, ha parlato anche di un pugno sferrato al petto – la donna si recò in pronto soccorso dove vennero refertate lesioni, con prognosi di circa 20 giorni.

La difesa dell'imputato, sostenuta dall'avvocato d'ufficio Alessandro Cardelli, ha chiesto l'assoluzione perché gran parte delle condotte contestate – in particolare le telefonate e gli sms – sarebbero avvenute oltreconfine, in Italia, dove entrambi risiedono e dove l'imputato è stato anche denunciato alla Procura di Rimini. Non ci sarebbe stata dunque la reiterazione degli atti persecutori, in territorio sammarinese e la donna, inoltre, a San Marino non ha chiesto il divieto di avvicinamento. Ma il Commissario della Legge Battaglino, accogliendo le richieste del procuratore del Fisco Cesarini e dell'avvocatura dello Stato, ha condannato l'imputato a quattro mesi di prigionia, 500 euro di multa, e al pagamento di una provvisionale di 1000 euro, sia alla parte offesa che all'authority. Il legale della donna, l'avvocato Fabio Di Pasquale, aveva chiesto la condanna e una provvisionale di 15mila euro in attesa del risarcimento in sede civile. La difesa dell'imputato valuta il ricorso in Appello.

l.s.

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