Stupri Rimini: Butungu, rito abbreviato per tutti i reati a novembre

Rito abbreviato allo stato degli atti, sei parti civili ammesse e prosecuzione del processo direttissimo al 10 novembre per Guerlin Butungu, il 20enne congolese arrestato dalla squadra mobile della Questura di Rimini per gli stupri di una turista polacca e di una transessuale peruviana avvenuti nella notte tra il 25 e il 26 agosto scorsi a Miramare

Questo è quanto ha deciso la Corte Riminese per il 20enne congolese che risponderà di violenza di gruppo sulla turista polacca e la transessuale peruviana, della rapina ai danni del polacco, amico della ragazza violentata in spiaggia sempre la notte del 26 agosto, di rapina e violenza sessuale nei confronti di una turista il 12 agosto scorso, e delle rapine ai danni di due ragazzi italiani. Nella mattinata alcune 'capriole' per arrivare alla decisione del rito. 
L'accusa è tornata a spiegare come direttissimo fosse da sceglierealla luce della confessione resa e da interpretare in maniera 'sistematica'. 
Per la difesa di Butungu, l'avvocato Mario Scarpa ha ribadito: "Non basta che ci sia una ammissione generica da parte dell'imputato: se questo è solo il mezzo per arrivare a una condanna celere, il rito direttissimo è inammissibile". Il Tribunale, dopo la camera di consiglio, ha quindi disposto il rito direttissimo ammissibile solo per lo stupro, la rapina e le lesioni nei confronti dei turisti polacchi e del transessuale peruviano per il resto gli atti dovevano tornare al pm. 
La difesa di Butungu, tuttavia, ha chiesto a questo punto che tutti i capi d'imputazione venissero incardinati nel processo per direttissima. Il presidente del collegio, dopo aver chiesto all'imputato se avesse compreso la situazione, alla sua risposta affermativa ha accolto tale richiesta dopo essersi ritirata in camera di consiglio
Come parti civili, oltre ai due ragazzi polacchi e la transessuale peruviana, si sono costituiti il Comune di Rimini, la regione Emilia Romagna, l'Ausl Romagna e l'associazione Butterfly anti violenza e anti stalking. 
La decisione della Corte riminese è arrivata alla fine di una mattinata aperta con una manifestazione degli attivisti del Movimento dalla parte delle donne e delle Vittime che hanno collocato uno striscione davanti ai cancelli del Palazzo di Giustizia con la scritta 'Giustizia per le vittime' urlando poi in aula "assassino, massimo della pena".

Nel video l'intervista a Paolo Ghiselli, legale ragazzi polacchi e Comune di Rimini, Paolo Giovagnoli Procuratore Rimini

VA

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